IL MESSAGGERO – 115 giorni dopo la Roma torna in campo. Avversaria la Sampdoria coinvolta nella zona retrocessione e guidata dall’ex Ranieri. Dopo lo stop del campionato, è d’attualità lo spettro del ridimensionamento. Perché se adesso il 4° posto è di nuovo lontano 6 punti e per prenderselo i giallorossi dovranno farne 7 più dell’Atalanta, la situazione debitoria è precipitata, sfiorando i 300 milioni (ieri chiesto nuovo prestito da 6 milioni per pagare gli stipendi ai dipendenti). Come se non bastasse Pallotta ha rifiutato l’ultima offerta di Friedkin, sceso a 575 milioni di euro, e la tifoseria ha esaurito la pazienza, cominciando la protesta ad oltranza per spingere l’attuale presidente, e chi lo tiene ancora a galla, a farsi da parte.
La partecipazione alla Champions sarebbe, dunque, l’unica exit strategy. Allenatore e calciatori si incamminano da soli verso la meta. Il club è invece spaccato, pure logisticamente: Pallotta resta oltreoceano, il management italiano è ‘separato in casa’, il ceo Fienga al potere e il vicepresidente Baldissoni all’opposizione, il consulente Baldini appare in ogni luogo, da Città del Capo a Londra e nella sua Reggello, perlustrando il mercato e non esclusivamente quello dei giocatori e dedicandosi pure all’ingresso di nuovi partner per la sopravvivenza dell’attuale proprietà.