Roma, un derby d’alta quota. Solo i veleni sono di basso livello
CORRIERE DELLA SERA – La logica di Paulo Fonseca è stringente. Il derby, dopo tanti anni, conta ai massimi livelli (leggi: lotta scudetto) soltanto per i biancocelesti. «Lo dice la classifica: la Lazio al momento è più forte perché è al terzo posto e noi siamo al quarto. Per questo dobbiamo dimostrare in campo che sappiamo fare di più». Sette punti di vantaggio in classifica sono tanti e potrebbero diventare 10 con il recupero del 5 febbraio contro il Verona. Sarà invece l’ultimo derby, triste, per Pallotta. I tifosi romanisti aspettano l’arrivo di Friedkin e pregano per questa stracittadina: se la Roma non entrerà in Champions, il futuro è fosco.
Simone Inzaghi deve gestire l’insolito ruolo di strafavorito: «Nei derby i pronostici si azzerano tutti. Dobbiamo avere rispetto per la Roma ma non temiamo nessuno. A livello di classifica è una partita importantissima, anche se poi ne resteranno altre 17». Inzaghi recupera Correa e Luis Alberto. Fonseca conferma il 4-2-3-1 e Cristante a centrocampo, dopo l’infortunio di Diawara.
Come sempre, grande spiegamento di agenti per garantire l’ordine pubblico (saranno 1.500). L’allarme si è ancora alzato dopo che un gruppo di pseudo-tifosi della Lazio ha agganciato uno striscione alle inferriate di Trigoria, campo di allenamento della Roma: «Zaniolo come Rocca, zoppo de Roma», con una sedia a rotelle disegnata al posto della firma. In questo senso, il derby di Roma non cresce mai. Qualunque sia la classifica.