LA GAZZETTA DELLO SPORT – ZUCCHELLI – C’era una volta un tempo in cui i tifosi della Roma sognavano la coppia Totti-Rooney. Erano gli anni in cui la squadra di Spalletti arrivò per due volte tra le prime otto d’Europa ed erano gli anni in cui a sbatterla fuori dalla Champions era il Manchester United guidato, proprio, da Rooney.
L’inglese aveva un debole per il gioco di quel gruppo – lo ha ricordato spesso – e per questo quando al Sunday Times ha fatto un paragone tra “il gioco del Liverpool e quello della Roma con Totti e due ali veloci che attaccavano l’area dall’esterno” il pensiero è andato subito al 4-2-3-1 del primo Spalletti. In realtà però, per quanto all’epoca Vucinic e Mancini partissero larghi, con Perrottatrequartista, è più plausibile che Rooney si riferisse ad una Roma più recente, quella del 2013. L’allenatore era Garcia e la squadra giocava con il 4-3-3 simile a quello attuale dei Reds. Totti era il numero 10, le ali, veloci, Gervinho e Florenzi che, con tutte le differenze del caso, avevano un modo di scendere in campo simile a quello di Manè e Salah. Anche il centrocampo, con Wijnaldum, Fabinho e Henderson, può essere messo a paragone con quello formato da De Rossi, Pjanic e Strootman.