Scaroni eletto in Lega, confronto tra Agnelli e Tebas
LA GAZZETTA DELLO SPORT – Alla fine la Lega Serie A ha ripristinato il consiglio nella sua interezza: il posto lasciato vacante da Marco Fassone, allontanato dal Milan la scorsa estate, è stato ereditato proprio dal presidente rossonero Paolo Scaroni, eletto ieri in assemblea con 13 voti contro i 5 di Mauro Baldissoni, vice presidente esecutivo della Roma (2 le schede bianche). Sono stati decisivi i dieci minuti di pausa tra una votazione e l’altra, dopo l’equilibrio del primo scrutinio (8 voti per Scaroni, 7 per Baldissoni, 4 schede bianche e 1 nulla). Dieci minuti in cui, con la solita regia di Claudio Lotito, sono stati convinti gli indecisi ad appoggiare il n.1 del Milan. Nessuno, poi, ha sollevato obiezioni sulla doppia poltrona occupata dall’Inter che inizialmente aveva annunciato la disponibilità a uscire dal consiglio di Lega (dove siede Alessandro Antonello, mentre Beppe Marotta è consigliere federale). (…). Evidentemente sta bene a tutti così: alle grandi che temevano imboscate delle medio-piccole con conseguente rottura degli equilibri (gli altri consiglieri in quota ai club, oltre ad Antonello e Scaroni, sono Campoccia dell’Udinese e Percassi dell’Atalanta); e al fronte lotitiano che non aveva alcuna intenzione di aderire alla candidatura di Baldissoni. Ieri c’è stato spazio anche per un confronto di idee sul futuro delle coppe europee. Da una parte l’Epfl, l’associazione delle leghe europee, dall’altra l’Eca, il potente consorzio dei club. Dopo un’introduzione di Alberto Colombo, vice segretario generale Epfl, si sono succeduti Javier Tebas e Andrea Agnelli. Il n.1 della Liga (…):«Una sproporzione delle risorse delle coppe porterebbe a una perdita di valore dei tornei domestici, a vantaggio di pochissimi. Ci opponiamo fermamente all’ipotesi di collocare la Champions nel weekend, basta la finale al sabato». La replica del presidente dell’Eca e della Juventus: «È anche interesse dell’Eca che ci sia equilibrio competitivo, ma deve esserci a livello internazionale. I club devono concorrere in uno scenario globale, nel quale tra le leghe ci sono differenze notevoli di fatturato. (…)».