IL TEMPO – MENGHI – Sarà perché l’ottavo di Coppa Italia con la Virtus Entella somigliava più che altro ad un allenamento, e tutti finora non facevano che ripetere quanto fosse forte in partitella a Trigoria, meno in partita, sarà perché il mental coach con cui si è sentito anche poco prima di scendere in campo per motivarsi gli ha liberato la testa dalle paure, fatto sta che Schick è riuscito a divertirsi e a divertire, forse come mai aveva fatto prima.
Un colpo di tacco dopo l’altro s’è fatto protagonista della vittoria all’Olimpico, segnando uno dei gol più veloci della storia romanista dopo 21 secondi (è secondo solo a Totti, che ce ne mise 18 ai preliminari di Europa League contro il Kosice nel 2007) e trovando pure la prima doppietta in giallorosso. La punta ceca ha già fatto meglio dell’anno scorso, quando si era fermato a 3 reti nei 1.281 minuti giocati in stagione, adesso è a quota 4 in 1.039’ e lo stesso minutaggio racconta la sua crescita.
La mancanza (e le mancanze) di Dzeko gli hanno un po’ spianato la strada, Schick ci ha messo del suo e già nella coda del 2018 aveva cominciato l’operazione riscatto. Ora può fare molto di più, può provare a sovvertire le gerarchie e trasformarsi nel futuro titolare della Roma. Di Francesco, prima della notte di Coppa Italia, aveva in mente un piano turnover preciso per i suoi attaccanti, matra infortuni (vedi Perotti) ed exploit potrebbe doverli cambiare in corsa. Certo, la seconda esclusione consecutiva del bosniaco per scelta tecnica sarebbe pesante, è più probabile che l’allenatore lasci all’ex City la sua «poltrona» in campionato e la panchina a Schick, che già nel mettergli un dubbio in più per sabato riuscirebbe a fare una gran cosa.
AI di là del Torino, con tre competizioni vive, il ceco si è comunque guadagnato la possibilità di alternarsi con Dzeko, che nella passata stagione l’aveva oscurato ma in questa deve ritrovarsi e ritrovare il gol in fretta (manca da 3 mesi), altrimenti rischia il posto. Anche gli intoccabili come lui possono essere messi in discussione, soprattutto se ad un periodo di flessione personale corrisponde l’esplosione del proprio vice. La sana competizione interna può diventare un vantaggio per la Roma e la crescita di Schick una soluzione per un domani non così lontano, visto che Dzeko è vicino ai 33 anni e alla scadenza del contratto (giugno 2020).
L’acquisto più caro fatto un anno e mezzo fa potrebbe essere il vero nuovo colpo di gennaio. «Patrik deve coltivare la cattiveria, imparare a non accontentarsi: anche con l’Entella poteva fare qualcosa in più», Di Francesco non si stanca di spronare l’attaccante che ha «sgridato» anche a gara in corso perché aveva sbagliato un lancio. Come il mental coach, lavora sulla testa di Schick e i risultati cominciano finalmente a vedersi.