IL TEMPO – AUSTINI – Ricomincio da Schick. È un motto che riunisce i «boss» della Roma in questo inizio 2019: Monchi non lo vende e non lo dà in prestito, Di Francesco lo fa giocare. Domani si ricomincia dalla Coppa Italia con l’Entella e il tecnico, che in carriera non ha mai raggiunto i quarti del torneo, è orientato ad affidarsi all’attaccante ceco dal primo minuto, tenendo inizialmente fuori Dzeko, pronto poi a riprendersi il posto da titolare contro il Torino sabato prossimo in campionato.
Una scelta legata alla gestione, al turnover ma anche un segnale per Patrik: d’ora in poi uno spiraglio per sovvertire le gerarchie in attacco c’è. Nella prima parte di stagione Schick e Dzeko hanno segnato due gol a testa in Serie A (il bosniaco ne ha aggiunti 5 in Champions) ed entrambi nel complesso hanno deluso più che convinto. Da una parte un bomber esperto, prima coinvolto nella generale, ingiustificata e imperdonabile «depressione» dei senatori per le partenze estive dei tre big Alisson, Nainggolan e Strootman, poi bloccato dall’infortunio più rognoso da quando veste giallorosso. Rientrato col Sassuolo, titolare a Parma, Edin non ha ancora completato il rodaggio e Di Francesco gli vuole concedere qualche giorno in più di allenamento.
Dall’altra parte Schick ha continuato in questi mesi a scontrarsi con il suo grande nemico: la personalità. Lo ha detto Monchi («il problema non è il calciatore ma piuttosto la persona che a volte non trova la dimensione ideale per sviluppare quello che può fare il giocatore»), lo ha ribadito persino il suo agente Paska: «Il problema di Schick non è il calcio ma la sua personalità. A volte – spiega il procuratore in un’intervista a un portale ceco – non sa cosa fare. In allenamento è molto forte, ma queste abilità non riesce sempre a metterle in mostra nelle partite». Un limite enorme, soprattutto se da gestire in una piazza esigente come Roma e per questo «avevamo pensato al prestito – continua Paska – ma non avevamo garanzie che avrebbe funzionato. Ho incontrato Monchi due volte a Roma, il messaggio è stato chiaro: Patrik resta, il club punta su di lui per il futuro. Abbiamo ricevuto delle offerte importanti da Inghilterra, Germania, Spagna e Italia. Mala sua partenza non è più d’attualità».
Lo sarebbe invece per Marcano, che ha però rifiutato il prestito al Galatasaray e, in generale, non vorrebbe cambiare squadra per soli 6 mesi. Idem Karsdorp, mentre su Coric c’è l’interesse di Chievo e Sassuolo. Deve partire almeno uno di loro per liberare spazio salariale e nelle liste e far posto al centrocampista che Monchi vorrebbe acquistare, ma non ha ancora scelto. Altrimenti, si rischia di rimanere così.