LA GAZZETTA DELLO SPORT – L’emergenza coronavirus continua ad assediare lo sport, lo conferma anche il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ai microfoni del quotidiano del sportivo:
Ministro, sembrano passati anni da quando parlavamo di porte chiuse, e poi aperte e poi ancora chiuse. In pochi giorni è tutto cambiato. E ha fatto a pezzi tutti questi dilemmi.
«Proprio così. Ora dopo ora, siamo di fronte a un’emergenza straordinaria e lo scenario può cambiare e richiedere nuove decisioni. Proprio per questo sono rimasto perplesso di fronte alle polemiche degli ultimi giorni».
Ma che cosa chiede al mondo della serie A? Si dovrà pure voltar pagina…
«Chiedo di capire che ci sono circostanze in cui nessuno è immune, e bisogna avere la flessibilità necessaria per affrontare questi scenari. Flessibilità che non c’è stata. Perché, ripeto, la linea è stata dettata solo da ragioni economiche».
Però il problema esiste. Il calcio non è solo guadagni milionari per pochi eletti, ma anche pil, gettito fiscale, fenomeno sociale. E il fatto che venga a mancare è un danno per tutti.
«Questo è un altro problema. Ed è un problema che mi preoccupa e mi occupa tanto. La prima cosa che voglio dire è che ciò che sarà deciso per tutto il Paese avrà ovviamente i suoi risvolti sullo sport e sul calcio. A tutti i livelli».
Quali sono queste prime misure?
«Stiamo scrivendo le norme che saranno approvate nel consiglio dei ministri di domani. Sospensione di ritenute, contributi fiscali, premi. Che naturalmente aiuteranno anche il mondo del calcio»
Intanto lo sport sta perdendo pezzi da tutte le parti. Voi avevate dato una deroga per gli eventi internazionali, deroga che è stata divorata dai fatti.
«Però anche qui, proviamo a ragionare. Qual è la ratio di quel provvedimento? Provare a non danneggiare le squadre italiane in Europa in un momento in cui altri Paesi non avevano preso una decisione come la nostra. Mezz’ora fa ho scritto alla ministra croata dello sport, la Croazia ha la presidenza di turno dell’Ue, per chiedere un approccio europeo anche in tema di sport e di calendari sportivi rispetto all’emergenza coronavirus».
L’Europeo di calcio è sotto scacco
«Ma qualsiasi decisione si prenda, lo si deve fare tutti insieme, i Paesi e l’Uefa. L’Europa deve fare l’Europa anche nel calcio e nello sport».
Con l’Uefa ha preso dei contatti a fronte della situazione che riguarda i nostri club e la Nazionale?
«Non ancora, ho un dialogo con i miei omologhi europei per coordinarci».