Stadio a Tor di Valle più lontano: centro sportivo, è lite col Comune
LA REPUBBLICA – D’ALBERGO / SALVATORE – Che venga realizzato davvero a Tor di Valle o che il progetto del nuovo stadio della Roma finisca a Fiumicino, la prima squadra giallorossa continuerà ad allenarsi a Trigoria. Rimasto fino ad ora sotto traccia, l’argomento è saltato fuori durante gli ultimi incontri tra il club del presidente James Pallotta e i dirigenti del Campidoglio: il centro sportivo che dovrebbe affiancare il nuovo impianto e il business park non diventerà il nuovo Fulvio Bernardini.
La Roma è stata chiara al tavolo con i tecnici capitolini: sono passati sette anni dall’inizio dell’iter e nel frattempo la società ha investito molto a Trigoria, rendendola uno dei migliori poli per il calcio in termini di spazi e attrezzature. Quindi, se mai il sogno di Tor di Valle dovesse diventare realtà, nel nuovo centro finirebbero per allenarsi i ragazzi delle giovanili o la As Roma femminile. Oppure, altra ipotesi, i campi di allenamento potrebbero anche essere affidati a terzi.
Apriti cielo. Perché, anche se dai piani alti di palazzo Senatorio suggeriscono di mollare la presa almeno su questo aspetto, i manager del Comune tengono il punto. Dopo aver detto «no» alla costruzione di alloggi per atleti e custodi, chiedono che la Roma si impegni a utilizzare il futuro centro sportivo per la prima squadra. Un’idea che al club non va giù: in termini sportivi, il pubblico interesse dell’intera si regge sul vincolo che legherà i giallorossi allo stadio per 30 anni. Lo stesso non vale per il centro sportivo. Florenzi & co., insomma, dovrebbero raggiungere in pullman anche il nuovo stadio. Proprio come accade oggi con l’Olimpico.
Ecco, allora, un altro punto da analizzare nel vertice di domani tra Campidoglio e As Roma. Un pungolo in più in una trattativa che per ora si è arenata sul dossier trasporti: assicurata la bonifica del fosso di Vallerano e l’unificazione di via Ostiense e via del Mare, i privati si sono detti pronti a investire 45 milioni per i treni della Roma-Lido. Ma non a subordinare l’apertura dello stadio ai 180 milioni di interventi sulla linea — più volte “premiata” come peggiore d’Italia — di cui deve occuparsi la Regione. Se la contrattazione dovesse saltare, avanti con il piano B rivelato da Repubblica: Fiumicino è ormai l’alternativa ufficiale a Tor di Valle. Sui terreni a ridosso del Gra, intanto, continua l’inchiesta della procura sul presunto abuso d’ufficio commesso dalla sindaca Virginia Raggi per arrivare all’approvazione del progetto. Ieri in procura è stato sentito Marco Cerisola, grillino e numero uno del consiglio del IX Municipio: «Il parere sull’impianto doveva passare in commissione Urbanistica? Il presidente Mancuso (pentastellato poi uscito in polemica dal M5S, ndr) si oppose in tutti i modi. Quindi abbiamo inviato le carte alla commissione Sport». Via libera assicurato per la felicità dello stesso Campidoglio 5S che ora sembra volersi sfilare dall’affare. Una volontà che peserà nelle valutazioni della procura, che potrebbe archiviare l’indagine.