Stadio, arriva il verdetto del Politecnico. I timori M5S: «C’è il rischio bocciatura»
IL MESSAGGERO – DE CICCO – «Saremo riusciti a convincerli?». Si gioca tutta su questa domanda la partita del M5S romano sul nuovo stadio a Tor di Valle, operazione calcistico-immobiliare che moltissimo interessa al patron giallorosso, James Pallotta. Convincere chi? I professori del Politecnico di Torino, dipartimento Trasporti, insomma i super-esperti reclutati da Raggi dopo l’arresto di Parnasi per avere conforto e mandare avanti l’operazione stadio, al netto dello tsunami giudiziario. Una sorta di “bollino” tecnico da appiccicare sopra un progetto controverso che, in questi anni, ha dovuto incassare un filotto di critiche. Comprese quelle dei 5 Stelle, che fino al 2016 si dicevano contrari e che poi, una volta approdati al governo di Roma, hanno accettato un compromesso con i privati, sforbiciando un po’ le cubature record per uffici e alberghi, che però continuano a sforare, di molto, i limiti del Piano regolatore. Servirà allora una variante urbanistica, da votare in Consiglio comunale. Pensare che l’atto avrebbe dovuto essere discusso l’estate scorsa, poi la retata per corruzione ha fermato il cronometro.
LA FRONDA La fronda dei grillini contrari o riottosi al progetto si è ingrossata e ha ripreso forza. Tanto da mettere a repentaglio l’esito del voto in Assemblea capitolina. Anche per questo Raggi si era rivolta al Politecnico. La “benedizione” degli ingegneri sabaudi avrebbe dovuto convincere i dubbiosi e portare a dama l’approvazione. Ma a fine 2018, dal Piemonte, è arrivata la doccia fredda: il progetto Tor di Valle avrà un impatto «catastrofico» sulla viabilità nel quadrante Sud della città, si leggeva nella prima bozza del rapporto. Cinque grandi arterie andrebbero al collasso, dalla Colombo al Raccordo. Praticamente inutile l’unificazione dell’Ostiense-Via del Mare o il nuovo ponte dei Congressi, da solo. Si assisterebbe a «un blocco pressoché totale della rete principale». Raggi e i suoi, quando la notizia è trapelata, hanno bollato il documento come «provvisorio». Contatti continui sull’asse Roma-Torino, in queste settimane, hanno provato a smussare i contorni della stroncatura. Per il verdetto finale è questione di ore.
Sarebbe dovuto arrivare ieri (lo attesta un documento del dipartimento Mobilità) ma a Palazzo Senatorio non hanno consegnato alcun plico. «Forse oggi, allora», dicevano ieri nell’entourage della sindaca. «Forse la settimana prossima». A questo punto in Campidoglio sperano di strappare almeno un «sì con prescrizioni». Ma i dirigenti comunali che hanno avuto a che fare con i «professori» torinesi non condividono l’ottimismo: «Se prima hanno detto che era una catastrofe, ora non potranno dire che, in fondo, va quasi tutto bene», ragionava ieri il manager di un importante dipartimento. Lo stesso pensa più di un consigliere pentastellato.Trapela scetticismo anche dai due municipi che dovranno sfornare un parere, entrambi a maggioranza grillina. In tanti, nelle chat interne, si esprimevano così: «Se dal Politecnico, che abbiamo chiamato noi, arriverà una seconda bocciatura, anche se un po’ alleggerita, come facciamo a voltarci dall’altra parte?».
Raggi sta studiando le contromisure. Per esempio, si proverà a dire che la Roma-Lido sarà rafforzata, con più treni, se non si farà il Ponte di Traiano. Ma il potenziamento della tratta dipende quasi per intero dalla Regione, che ha già fatto capire di voler investire su tutta la linea, oggi piuttosto malandata, non solo nella zona intorno all’impianto sportivo.