30 Mag 2019In Rassegna stampa5 Minuti

Stadio sul binario morto. Voci di interesse dal Qatar

IL MESSAGGERO – MENICUCCI – Politica, calcio, affari. E, in mezzo, un vero e proprio rebus: ma il controverso e da molti contestato progetto sullo stadio della Roma va avanti o è fermo? E James Pallotta – dopo aver chiamato all’adunata i tifosi («se volete il nuovo impianto fatevi sentire», le sue parole) e averne ricevuto come risposta una sonora contestazione («noi lo stadio non lo vogliamo») – procede o indietreggia?

 

LO STALLO – Perché ogni giorno che passa, nubi sempre più nere (sarà la strana primavera che stiamo vivendo…) si addensano su Tor di Valle. E non solo per quanto riguarda il Campidoglio. Perché i fattori di criticità, dopo questo 26 maggio, sono ulteriormente aumentati. Sarà pure, come ha scritto Daniele De Rossi nella sua lettera di saluto ai supporter giallorossi, che «il 27 maggio il vento soffia ancora», ma sempre meno sembra spirare dalle parti dell’ex Ippodromo. In Campidoglio, al di là delle solite riunioni tecniche con Eurnova (una c’è stata ieri, l’altra la settimana prossima), sul fronte politico tutto tace: la variante urbanistica, che doveva essere portata in aula entro l’estate, non è ancora stata calendarizzata e dopo l’arresto di De Vito l’attività si è ulteriormente paralizzata. Altro indizio, la rimodulazione delle opere pubbliche nel piano di investimenti 2019-2021: il ponte dei Congressi slitterà ancora in avanti, visto che la giunta grillina, con soli due anni davanti (che, in realtà, tra campagna elettorale e ferie estive sono si e no 18 mesi di lavoro pieno), vuole puntare solo su ciò che pensa di realizzare entro la fine del mandato. Come se non bastasse, la batosta elettorale crea dei contraccolpi nel Movimento, nazionale e romano: brusca frenata sull’anima “governista”, ritorno di fiamma alle origini, quando M5S era un partito “di lotta”. E poi c’è la Roma di JP, in enormedifficoltà anche lui. La gestione dell’addio di De Rossi, le possibili cessioni di Dzeko e Manolas, la caccia (finora fallimentare) al nuovo tecnico. Il patron americano è sotto tiro, accusato – appunto – di «pensare solo allo stadio».

 

LE POSSIBILI TRATTATIVE – In questo clima, ieri è saltata fuori l’ultima voce. Che la Romaabbia chiesto al Qatar di intervenire per finanziare il nuovo impianto. Ricostruzione che, in questi termini, è stata smentita dal club giallorosso: «Non abbiamo chiesto nulla a nessuno. Con il Qatarabbiamo i soliti rapporti: sponsor e attività collaterali». Una risposta che si regge sulle sfumature. Magari la Roma non ha chiesto, ma questo non esclude che il Qatar possa essere interessato all’affare, anche perché il Paese arabo è già molto presente nel mondo del calcio europeo, dopo l’acquisto del Psg in Francia. E con la Roma i rapporti si sono via via intensificati. Prima la sponsorizzazione, poi le voci di una possibile cessione del club. Ipotesi smentita, anche questa, anche se erano già circolate delle cifre: 400-500 milioni di euro. Fantacalcio? Chissà. L’idea che Pallotta sia stanco, che abbia capito che il business stadio non è così semplice, circola ormai da un po’. Ed è naturale che, se il Qatar investisse nel nuovo impianto (o addirittura lo rilevasse), per il patron di Boston verrebbe meno il motivo fondamentale per cui si prese la Roma. Ipotesi, scenari. Ma qualcosa simuove. E la Raggi, questa è la sensazione secondo gli insider del Campidoglio, sta a guardare. Tanto a fine mandato mancano due anni, che poi sono anchemeno.