IL TEMPO – MAGLIARO – Cantieri per lo Stadio aperti a fine anno: strada stretta che un solo intoppo puó far saltare, ma ancora fattibile. Si parte con il subentro di James Pallotta a Eurnova nell’affaire, già entro pochissimi giorni.
LE ELEZIONI EUROPEE UNO SNODO CRUCIALE – Il nodo centrale di questo timing è il 26 maggio, giorno delle elezioni europee. L’andamento dell’Amministrazione Raggi obbliga i 5Stelle, per evitare una batosta elettorale, a provare a usare lo Stadio come carta elettorale. Per farlo, ai grillini serve di votare variante e convenzione urbanistica almeno un paio di settimane prima del voto per sfruttare l’effetto “il ‘nostro” Stadio è realtà, ora tocca alla Regione” (leggi Pd). Non approvarlo prima del voto, invece, aprirebbe scenari ostici: un risultato elettorale dei 5Stelle molto lontano dal 35% delle Comunali 2016 significa la graticola politica del Sindaco e del suo entourage, il definitivo sfarinamento delle maggioranze grilline in molti municipi e l’emergere di tutti i malpancisti, oggi tenuti a freno, che potrebbero creare molti problemi in sede di voto sulla variante urbanistica
CHIUDERE IN FRETTA TUTTI GLI ACCORDI – Quindi, i tavoli aperti fra Comune da una parte e Regione e Città Metropolitana lato pubblico e Roma/Eurnova lato privato per le questioni aperte (acquisto dei treni, cessione delle aree, aggiornamento delle carte e dei progetti) devono essere chiusi in fretta entro marzo e positivamente. Anche perché lunedì 11 il GIP annuncerà la data dell’udienza, da fissarsi entro il 13 giugno, sul rinvio a giudizio chiesto dalla Procura a conclusione dell’Inchiesta Rinascimento e l’apertura del processo con brogliacci, interrogatori, dichiarazioni, intercettazioni può appesantire il già delicato clima politico in Consiglio comunale. Ipotizzato, quindi, che per fine aprile ci sia il voto positivo in Aula Giulio Cesare su variante e convenzione urbanistica, perché i cantieri aprano davvero per dicembre occorre un rapido adeguamento delle carte progettuali da parte della Roma alle prescrizioni della conferenza di servizi e della variante; e il completamento delle procedure di verifica di compatibilità ambientale.
DOSSIER IN REGIONE – Fatto questo, firma della Convenzione e trasmissione di tutto il dossier – variante, convenzione, verifica ambientale e tavole aggiornate – alla Regione che emana la propria delibera con cui si dichiara la «pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera» e costituisce il titolo autorizzatorio a costruire. A quel punto, gare europee, bonifiche e scavi archeologici per poi giungere, per Natale, all’apertura dei cantieri veri e propri.
LE INCOGNITE – Strada stretta, si diceva: molte incognite che possono far saltare i conti. La prima, ovviamente, è l’incapacità che Comune, Regione, Città Metropolitana e proponenti chiudano i vari accordi in tempo utile. Più tempo passa senza che si giunga a un accordo più si assottiglia il margine temporale a disposizione per rispettare il cronoprogramma. C’è poi l’incognita archeologia che per Tor di Valle non dovrebbe essere un vero problema ma con il sottosuolo romano c’è sempre da andare cauti.
I RICORSI – A questi tre elementi, poi, vanno sommati quelli «giudiziari». A parte l’intreccio politica-processo Parnasi, vanno ricordati gli innumerevoli ricorsi presentati praticamente ovunque ci sia un tribunale da qualunque associazione o congrega abbia necessità di 15 minuti di visibilità mediatica ma che, in ogni modo, prima o poi andranno esaminati. Da ultimo, ci sono anche i possibili ricorsi che potranno essere presentati dalle società non vincitrici delle varie gare d’appalto. La Roma sarà di fatto general contractor nel bandire e assegnare le gare d’appalto europee per la realizzazione delle sole opere pubbliche (lo Stadio e tutta la parte privata non vanno a bando). Quindi, per ogni gara potrebbero arrivare i ricorsi con tutte le perdite di tempo del caso.