15 Giu 2019In Rassegna stampa2 Minuti

Tifosi soci della propria squadra: così l’Italia apre al modello Barcellona

IL SOLE 24 ORE – BARTOLINI – (…). Ora anche l’Italia apre ai soci tifosi attraverso l’azionariato popolare che all’estero, soprattutto nella Liga spagnola e nella Bundesliga tedesca, ha avuto tanto successo. Un emendamento al Ddl delega sullo sport appena approvato apre infatti a questa opzione disegnando la cornice per dare vita anche nel nostro Paese al sogno proibito di ogni tifoso di calcio: diventare il proprietario, anche se per una piccola quota, della squadra del cuore (…) La proposta – che poi dovrà essere dettagliata attraverso un decreto attuativo – punta ad allargare la delega per il riordino del Coni e dello sport in generale stabilendo un criterio direttivo. E cioè quello di «individuare forme e condizioni di azionariato popolare per le società professionistiche». La norma, quindi, punta a regolare la partecipazione al capitale sociale di una società sportiva da parte di un gruppo di persone, che, in base alla percentuale di partecipazione e all’entità del loro investimento prenderanno parte ai risultati economici aziendali (…). In Europa, il modello è abbastanza diffuso soprattutto nel calcio (…). In Germania è stata introdotta nel 1998 la regola del 50+1 che prevede l’obbligo che la maggioranza delle azioni sia in mano ai supporter:  le squadre possono comunque scegliere di mettersi sul mercato (come nel caso del Borussia Dortmund che è quotato in borsa), con le quote spesso raccolte da imprenditori o aziende locali. In Spagna la situazione è più netta: o una squadra è totalmente in mano ai privati che possono quindi acquistare anche tutte le quote della società o è invece un’associazione no profit in mano ai propri soci, con la regola “un socio un voto” in sede di assemblea (…). In Italia c’è stato qualche esperimento tra i tifosi della Roma (l’iniziativa MyRoma) e in qualche squadra minore. Ora si apre anche in Italia la strada dell’azionariato popolare.