GAZZETTA – ZUCCHELLI – Per Monchi era la prima scelta per il centrocampo. E per Daniele De Rossi era il giocatore da crescere e «coccolare», come quasi venti anni fa fecero con lui Emerson e Pep Guardiola. Chissà se ci avrà pensato, Sandro Tonali, domenica sera, al Foro Italico insieme ai suoi compagni di Under 21 per la sfida tra Totti, Figo e i loro amici. Ha ammirato i campioni di ieri a due passi da quello che sarebbe potuto diventare il suo stadio. Perché a lui l’interesse della Roma piaceva e gli piaceva anche la possibilità di giocare, almeno un anno, con De Rossi. Poi certo, le storie solite del mercato: le società che devono mettersi d’accordo, lui disposto ancora a fare un anno a Brescia, i club stranieri che premono e quelli italiani che fanno la fila. Tutto logico. Come logica era la voglia di De Rossi di lasciare in eredità alla Roma «il nuovo Pirlo», non a caso uno dei migliori amici di Daniele nel mondo del calcio. Non solo: anche i tifosi romanisti lo avrebbero voluto (e vorrebbero) a Trigoria, per avere, insieme a Zaniolo, due dei talenti più promettenti. Non a caso mentre passeggiava al Foro Italico erano parecchi i romanisti incuriositi dai suoi capelli lunghi Anni 70 e dalla sua maglietta tutta colorata nella parte alta.
Monchi aveva dato mandato ai suoi collaboratori di seguirlo con attenzione, dal vivo e in televisione, e sono stati circa venti i rapporti su di lui finiti sulla scrivania dell’allora d.s. Tonali spesso sapeva quando c’erano osservatori di altre squadre a vederlo – Roma compresa – ma questo non lo ha mai distratto nella sua stagione, che deve ancora terminare visto l’impegno con la Nazionale. Poi andrà in vacanza e poi, ancora, tornerà a Brescia. La sensazione è che la visita al Foro Italico di due giorni fa resterà un’eccezione. Piacevole, ma sempre un’eccezione.