IL MESSAGGERO – TRANI – Alla tristezza di 2 anni fa aggiunge la rabbia che lo ha accompagnato definitivamente fuori dalla sua Roma. Così Francesco Totti chiuderà i suoi 30 anni in giallorosso. Lontano da Trigoria e da chi la governa. Ma metterà in piazza come è stato fatto fuori e da chi. E, avendo più credibilità e più appeal di chi lo ha usato e preso in giro fino all’ultimo giorno, parlerà a reti unificate: Rai, Sky, Mediaset più i social e i siti internet. Alle ore 14, diretta tv dal Salone d’Onore del Coni, concessione dell’amico Giovanni Malagò che, solidale e affettuoso, gli apre per l’occasione la casa dello sport italiano. Loro sì, sono romanisti. E sanno che lungo pomeriggio li aspetta. Paolo Condò, il giornalista che ha firmato la biografia Un Capitano presentata a settembre al Colosseo, farà il moderatore. Accreditati 250 giornalisti. I posti a sedere sono 160, più 30 quelli degli scranni che però potrebbero non essere utilizzati per dar spazio, a quel punto in piedi, a più persone. Contando anche fotografi e operatori tv, davanti al palco sanno più di 350 i presenti. Fuori, invece, attesi i gruppi della Sud.
SENZA FILTRO – Totti farà un’introduzione, confermando che non avrebbe mai immaginato di dire basta e di rifiutare il ruolo vuoto di dt. «Non ci sono più le condizioni per andare avanti». Offrirà finalmente alla piazza la chiarezza che spesso gli è stata silenziata dentro il recinto di Trigoria. Francesco dirà perché se n’è andato. Indicherà chi lo ha voluto escludere da ogni strategia. Baldini, ovviamente. Che lo definì «pigro» nel 2011 e che ammise di avergli fatto chiudere la carriera nel 2017. Che non lo ha interpellato al momento di scegliere il nuovo allenatore tra Giampaolo, De Zerbi e Fonseca. Entrerà nei particolari. Ringrazierà Fienga. Non Pallotta che si fa condizionare in ogni scelta senza vivere la realtà quotidiana. Bacchettata in arrivo anche per qualche altro dirigente, svelto a scaricarlo nei giorni più delicati della convivenza con Spalletti.
FUTURO INCERTO – Non darà, invece, anticipazioni sulla nuova vita. Se lavorerà per la Nazionale o altrove. Ci penserà dopo le vacanze (da domani in Spagna). Solo l’addio è ufficiale, l’arrivederci no. Chissà se tornerà e quando. Gli piacerebbe ricominciare con Daniele De Rossi, quando la proprietà non sarà più quella attuale. Hanno anche provato a metterli uno contro l’altro. Dentro la società e non fuori (con tanto di delatore americano, il preparatore atletico Ed Lippie che è anche il fisioterapista di fiducia del presidente). Tentativo andato a vuoto. Anzi, utile a rafforzare l’amicizia. E a programmare il domani in tandem: dirigente con pieni poteri e allenatore della Roma che verrà.
MARCHIO INUTILIZZABILE – Totti è la Roma: la scritta, al centro della Curva Sud, nella gara con il Genoa del 28 maggio 2017, l’ultima del capitano. Ma, almeno nel merchandising, non lo è più. Francesco, rinunciando ai 4 anni di contratto da dirigente, interrompe pure ogni altra collaborazione commerciale con il club giallorosso. Non sarà, dunque, più presente nelle iniziative degli sponsor che hanno preteso di averlo come testimonial negli spot televisivi e fotografici. E gli store non potranno più vendere la sua maglia personalizzata, Che, qui e all’estero, resta ancora la più venduta e la più richiesta.