IL TEMPO – AUSTINI – Nessun incontro, nessun pressing. Per ora solo messaggi, che quando il mittente si chiama Francesco Totti, assumono comunque un valore diverso: anche l’ex capitano sta dando il suo contributo nel corteggiamento iniziato dalla Roma nei confronti di Antonio Conte. Hanno giocato insieme l’Europeo nel 2000, con i club sono stati sempre rivali ma tra i due c’è quel feeling e quel rispetto quasi naturale tra i «grandi» nel calcio. Alla fine dei Roma-Juventus, quando Conte allenava ancora i bianconeri, non sono mai mancati i saluti in campo e fuori. Idem quando i giallorossi hanno affrontato l’anno scorso il Chelsea in Champions e Totti aveva appena iniziato la carriera da dirigente. E ora l’ex capitano romanista ha recapitato, anche indirettamente, il suo totale apprezzamento per un eventuale approdo dell’ex ct azzurro a Trigoria. Oltre a lui, occhio al ruolo degli altri romani De Rossi e Florenzi, allenati da Conte in Nazionale e pronti a dare il loro contributo come ulteriori «sponsor». Non basta questo a convincere il pugliese, ma aiuta a creare un clima cordiale tra due parti che al momento si sono appena sfiorate. Un dirigente della Roma ha incontrato Conte in Toscana, gli ha chiesto quali sono i suoi programmi e ha detto chiaramente al tecnico di considerare la Capitale come un’opzione possibile. Il leccese ha ascoltato, ringraziato, spiegato quali saranno i parametri della sua scelta e dato appuntamento alle prossime settimane al club di Pallotta, qualora si creassero le condizioni per mettersi seduti a discutere sul serio. Ad oggi ci sono altre possibilità più prestigiose che si potrebbero aprire dinanzi a Conte: dal clamoroso ritorno alla Juventus in caso di un addio di Allegri, all’approdo all’Inter o, più difficile, al Milan. Oppure una nuova panchina all’estero come quella del Bayern Monaco che finora si è limitato a un sondaggio. La Roma, dal canto suo, ha iniziato a studiare un piano per convincere Conte che tocca vari aspetti, da quello finanziario, al mercato, alla riorganizzazione dello staff, punti sul quale l’allenatore vorrebbe avere voce in capitolo per garantirsi la certezza di poter quantomeno competere per vincere.
A Boston, fino alla tarda notte italiana, Pallotta ha continuato a buttare giù i programmi con Massara e Baldini. La novità emersa ieri è il ribasso delle quotazioni di Campos – l’uomo indicato al presidente dallo stesso Baldini – come innesto nell’area sportiva della Roma. Il presidente del Lille si è sbilanciato: «Sono sicuro che Luis resterà con noi. E -ha detto Gerard Lopez – così come il nostro tecnico. Qualcuno ha provato a “scipparlo” al club, ma non partirà. Lavorerà ancora per anni con noi». Non è solo il Lille a frenare l’approdo del consulente di mercato portoghese, che teoricamente da libero professionista potrebbe lavorare per entrambi i club. Non ha l’abilitazione da direttore sportivo, non intende lasciare la sua residenza a Montecarlo e sarebbe quindi un altro «dirigente a distanza» come Baldini, col rischio di ingolfare ulteriormente la macchina decisionale. Oggi se ne saprà molto di più e l’impressione è che si vada verso la conferma di Massara – rientra in serata – come direttore sportivo, ma non è ancora detto che non ci siano altri innesti al suo fianco. Pallotta, oltre a Campos, nelle settimane scorse ha incontrato a Boston anche Petrachi che rimane in corsa. A maggior ragione se dovesse arrivare il suo amico Conte.