IL TEMPO – BIAFORA – È Totti show su Instagram. La leggenda della Roma negli ultimi giorni ha messo in campo tutta la sua ironia per tenere compagnia ai tifosi di mezza Italia che hanno seguito le dirette social con campioni del calibro di Cannavaro, Vieri e Toni. Il numero 10, che quasi un anno fa ha rassegnato le dimissioni dal club giallorosso ed ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo dei procuratori, è convinto che la Serie A riprenderà a giocare: «Ogni mattina sul telefono ti arrivano 300 notizie diverse. Per me – dice interrogato da Toni che lo ha stuzzicato vista l’amicizia tra Totti e il presidente del Coni Malagò – riparte, a fine maggio si gioca il campionato».
L’ex capitano poi, scherzando sulla sua nuova vita da giocatore di calciotto e sui tanti animali che ha in casa per colpa della moglie Ilary, è tornato a parlare dell’addio al calcio giocato: «Io non volevo smettere, stavo bene fisicamente. Poi non volevo giocare sempre, non ho imposto niente. Ho fatto questa scelta di vita smettendo, perché dovevo rovinare questo percorso? Non mi cambiava niente, sia sul lato economico e sportivo. Se sto bene e vedo che durante gli allenamenti posso dare il mio… Non arrivavo secondo a nessuno. Lo so che non avrei giocato tutte le partite ma stando là aiuti i giovani, l’ambiente, l’allenatore e sei a disposizione nei momenti di difficoltà. Sarei stato contento anche non giocando, mi bastava far parte del gruppo. Ogni volta che entravo, lo stadio si accendeva. Era un bene per me e per i compagni. Comunque, c’è sempre una fine. Il problema – la considerazione più che amara di Totti – è che alcune persone mi dicevano che avrei deciso io e poi mi hanno messo da parte. Ci sono rimasto male perché per la Roma ho dato tutto, mi sarei tagliato una gamba».
L’ex punta di Bayern e Fiorentina, nelle vesti di intervistatore, ha continuato a battere il ferro sul rapporto attuale tra Totti e la società capitolina: «Finché è così – riferendosi a Pallotta che ha in Baldini il suo più fidato consigliere – non penso che rimetterò piede a Trigoria. Ogni volta che porto Cristian, resto fuori dai cancelli. Certe volte resto in macchina e mi viene da piangere a pensare che dopo 30 anni non posso più entrarci». Titoli di coda su alcuni dei protagonisti: «Il 10 più forte di tutti è Dybala, quando giocavo invece era Ronaldo il Fenomeno, avremmo dovuto fare i buffi per 100 anni per farlo venire da noi. Immobile è un bel giocatore, ma capitano quelle annate in cui come tocchi palla fai gol… Buffon altri 2-3 anni li può fare a mani basse». Di certo le dirette di Totti non sono finite.