LEGGO – FABRETTI, PASQUALETTI – Abbonamenti. Dopo l’addio di De Rossi i tifosi hanno deciso di boicottare la Società partendo proprio dalle tessere annuali.
Baldini. L’eminenza grigia della Roma è lui. Non è un dipendente ma comanda tutto. E i tifosi l’hanno ormai messo nel mirino.
Centravanti. Dzeko, insieme ai senatori De Rossi, Manolas e Kolarov, avrebbe – secondo l’inchiesta di Repubblica – guidato la fronda a Di Francesco.
De Rossi. Capitan futuro, poi capitan rimpianto, oggi capitan discusso: è lui al centro del presunto scandalo denunciato da Repubblica. L’accusa? Avrebbe voluto far fuori Totti.
Estate. Rischia di essere infuocata. Senza ancora un allenatore e con i preliminari di Europa League alle porte.
Florenzi. È il nuovo Capitano ma sembra che nessuno lo consideri: non viene neanche chiamato in causa tra i senatori.
Gioco. La tattica di Di Francesco veniva considerata «scriteriata» dai senatori al centro della presunta fronda.
Hot line. I messaggi vocali di De Rossi hanno infuocato la polveriera Trigoria. Inviati ad hoc?
Investimenti. Senza Champions, la Roma fa meno gola dell’Atalanta (e il no di Gasperini ne è la conferma). Difficile che possa investire sul mercato senza la risorse Champions.
Lippie. Uomo di fiducia di Pallotta, è lui la gola profonda di Trigoria. Ha scritto al presidente una mail, datata 16 dicembre 2018, denunciando il clima impossibile all’interno di Trigoria.
Monchi. Il Ds spagnolo era finito nel mirino dei senatori per il mercato e per il modo di trattare i giocatori. Gli uomini scelti in estate non erano adatti al gioco di Di Francesco.
Nzonzi. Secondo il retroscena di Repubblica, De Rossi, dopo l’arrivo del francese campione del mondo, avrebbe fatto fuoco e fiamme minacciando di boicottare la Roma stessa: «Vi faccio arrivare decimi».
Obiettivi. Tutti falliti. A cominciare dalla qualificazione in Champions che doveva portare le risorse per autofinanziarsi.
Pallotta. Non c’è mai. Viene accusato di vendere tutti i giocatori migliori. Per sapere cosa accade a Trigoria ha bisogno dei pizzini dei preparatori atletici. I tifosi lo accusano di avere a cuore solo lo stadio e di essere sempre più distaccato dalla Roma.
Qatar. Lo sponsor sulle maglie cela anche un misterioso acquirente arabo? La pista resta aperta, anche in ottica stadio.
Romanisti. Sono le vere vittime di questa guerra senza quartiere che si combatte tra Trigoria e Boston. A loro vengono chiesti i soldi per gli abbonamenti, ma in cambio si offre pochissimo: non si vedono progetti né giocatori.
Stadio. È il sogno proibito di Pallotta. Ma si è arenato sull’ansa del Tevere tra burocrazia, indagini, mazzette e arresti. Ora anche i tifosi, pur di cacciare Pallotta, dicono no. Senza di loro è impossibile farlo.
Totti. Domenica è arrivato allo stadio per premiare De Rossi 4 minuti prima del fischio finale. Scuro in volto e freddo con Daniele. E c’è il giallo dell’audio in cui il numero 16 chiederebbe scusa a Totti: «Io non volevo», dice in lacrime durante l’abbraccio.
Undici. Sono gli anni che dividono la Roma dall’ultimo trofeo vinto: la Coppa Italia, conquistata nel 2008.
Viperetta. Al secolo Massimo Ferrero: fa recapitare informalmente proposte per acquistare la Roma, offrendo però solo un piatto di lenticchie.
Zaniolo. Doveva essere il nuovo Totti ma è finito soprattutto al centro di casi di cronaca, tra rapine alla mamma e gossip. Potrebbe essere il nuovo gioiello da sacrificare.