IL MESSAGGERO – TRANI – Gli ultimi imprevisti cambiano il piano di Fonseca. Spazio alla gestione degli interpreti che, dopo la trasferta di Lecce, ha la priorità sulla rotazione degli stessi. Il portoghese, pur avendo messo in preventivo il turnover per la tappa di domani in Austria, mai avrebbe pensato di mettersi in viaggio con la rosa quasi dimezzata. Insieme a Pellegrini (stop di 2 mesi), esce di scena pure Mkhitaryan (poco meno di un mese). Titolari che, improvvisamente indisponibili, si aggiungono a Zappacosta, appena rientrato in gruppo, Perotti e Under. Il rombo offensivo, numericamente il reparto più completo, è al momento senza 4 giocatori. Lì davanti, insomma, la scelta si riduce al minimo indispensabile. Diventerà un po’ più ampia solo quando l’allenatore, in attesa del recupero di Under (forse subito dopo la sosta), avrà la possibilità di mettere in campo Zappacosta e di spostare Florenzi nel ruolo di esterno alto, strategia studiata per il derby e abortita per l’infortunio nel riscaldamento del laterale arrivato in prestito dal Chelsea.
PRIMATO STAGIONALE – Fonseca, senza arrivare alla quota di 8 novità da una partita all’altra toccata da Ancelotti nelle partite contro il Lecce e il Cagliari (il tecnico del Napoli ha già utilizzato 22 calciatori, quello qiallorosso si è per ora spinto fino a 21), ha pronta la maxi rotazione per la gara contro il Wolfsberger. Il suo metodo, però, è chiaro: interviene se serve farlo. Basta andare a vedere il suo comportamento, in passato e anche quello nelle prime sue 7 partite ufficiali in giallorosso, per capire quando si affida al turnover. Non esagera a priori solo per coinvolgere il gruppo. Lo usa soprattutto se deve far fronte alla full immersion di match. Ha cambiato niente o quasi all’inizio: solo Mancini per Jesus, dal Genoa al derby. Sarebbero stati 2 cambi, se avesse giocato pure Zappacosta e non Kluivert. E 2 pure con il Sassuolo, dopo la prima sosta stagionale, dentro i debuttanti Veretout e Mkhitaryan. Al primo impegno infrasettimanale, in Europa League contro il Basenksehir, è salito a 5, con l’unica presenza di Pastore dall’inizio e la prima da titolari per Spinazzola e Diawara. E, nell”ultima delle 3 gare in 8 giorni, la domenica a Bologna, ecco altri 5 innesti con formazione identica a quella scelta per il Sassuolo (le due gare in cui è partito con la stessa). Mercoledì scorso con l’Atalanta appena 3, con l’esordio di Smalling. E 4, invece, a Lecce. Il record è atteso proprio domani a Graz: 6 o 7, perché poi domenica c’è il Cagliari e la rotazione va calibrata guardando alla partita di campionato. In Austria, con Pastore trequartista di coppa, rientrano dal primo minuto Spinazzola, Fazio, Cristante e Zaniolo. In ballo anche Jesus e magari Kalinic. Perché se Kolarov è quasi sicuro di riposare, pure a Dzeko (in maglia giallorossa ha realizzato 24 delle sue 39 reti nelle coppe europee, 9 in Europa League) dovrebbe essere risparmiata parte della gara. Bisogna vedere se il centravanti entrerà subito o in corsa.
RIPOSO INEVITABILE – È, dunque, probabile che siano preservati i senatori Kolarov e Dzeko, fin qui gli unici giocatori di movimento sempre schierati dall’inizio (con loro, pure il portiere Pau Lopez) e in campo, a settembre, anche negli impegni delle rispettive nazionali. Fonseca deve poi decidere se insistere su Smalling che, smaltito il risentimento muscolare, ha giocato due partite di fila. Stamattina a Trigoria è in programma la rifinitura durante la quale l’allenatore farà il punto sulle condizioni fisiche dei singoli (la partenza per Graz è prevista nel pomeriggio).