MESSAGGERO – Nicolò Zaniolo ha stregato il mondo del calcio. I suoi gol in Nazionale e le sue ultime prestazioni con la Roma hanno fatto da richiamo a blasonati club europei pronti a fare follie pur di averlo in squadra. Dal Manchester United, che ha mandato un emissario a Palermo per vederlo giocare in Azzurro, al Psg di Leonardo che lo sta visionando molto attentamente per poi provare ad affondare il colpo in estate. Ma se da una parte c’è Francesco Totti certo di una sua futura cessione, dall’altra c’è lui, il giovane talento piombato in un attimo nel mondo dorato del calcio, che tenta di restare con i piedi per terra senza preoccuparsi troppo del futuro. Perché è esattamente il futuro a fare paura ai tifosi della Roma che vorrebbero vedere in Nicolò un simbolo per i prossimi quindici anni: «Sarebbe facile dire di sì alla Premier, ma non sarebbe da me. Dico la verità: recentemente ho baciato la maglia della Roma e voglio continuare a farlo ogni volta che segnerò», le parole del centrocampista in una recente intervista al Daily Mail. Una dichiarazione d’amore alla squadra che ha creduto in lui quando ancora era un semisconosciuto e lo ha buttato per la prima volta nella mischia in Champions niente di meno che al Bernabeu contro il Real. Un debutto da predestinato che ha segnato la sua ascesa fino a oggi in cui è diventato un titolare inamovibile della squadra di Fonseca.
UNA CERTEZZA – Domenica alle 15 contro il Brescia sarà in campo dal primo minuto per l’11ª volta consecutiva, in una stagione in cui ha collezionato 16 presenze e segnato 5 gol, uno in meno di bomber Dzeko. Nessuno nella Capitale si illude che Nicolò rimanga in giallorosso per sempre come hanno fatto Totti e De Rossi, anche perché per loro Roma significava casa. E nell’epoca del fair play finanziario e delle plusvalenze, sarà molto complicato – anche se dovesse cambiare la proprietà – dire di no a un’offerta che superi i 60 milioni di euro. Perché è questa la cifra che sarebbero disposti a pagare lo United o il Psg. E altrettanto complicato sarebbe dire no a un contratto faraonico da oltre 10 milioni l’anno. A tutto questo, però, il piccolo diamante giallorosso non pensa perché si sta concentrando sulla sua squadra e sull’Europeo del 2020: «Vorrei che i tifosi della Roma sapessero quanto li amo e quanto apprezzo quando urlano il mio nome. È una cosa che mi esalta. Il mio tempo libero? Non ho tempo di andare in giro per la città, la mia routine è allenamento, casa e partite. Sto con la mia famiglia e con la mia ragazza». Una famiglia che non lo lascia mai solo, che lo sta crescendo ed educando per non fargli perdere la via maestra grazie alla quale un giorno salirà nell’olimpo degli dei del calcio assieme a campioni come Totti. Ed è proprio Francesco che continua a dargli preziosi consigli nonostante abbia deciso di lasciare il club di Pallotta e di non tornare: «È un’icona, è difficile da spiegare quanto sia importante per la Roma e per l’intera città. Il paragone con lui è una motivazione in più per dare il massimo ogni giorno».