IL MESSAGGERO – TRANI – Dentro o fuori, proprio come 4 anni fa. In quell’edizione, però, i quarti di Coppa Italia in gara unica si giocarono all’Olimpico. Oggi pomeriggio (ore 18,15), invece, l’appuntamento è al Franchi: la Fiorentina ospita la Roma e Pioli vuole imitare Montella che, da ex avvelenato, il 3 febbraio del 2015, eliminò dal torneo i giallorossi di Garcia (poi concesse il bis, il 19 marzo, in Europa League). Ma Di Francesco non intende certo scansarsi, dando la priorità allo scontro diretto con il Milan per la zona Champions, in calendario domenica sera e in casa. Il suo obiettivo è restare in corsa su tre fronti, seguendo dunque il consiglio della Sud che, durante la partita degli ottavi contro l’Entella, ha messo per iscritto l’input della tifoseria, chiedendo di non snobbare il trofeo, alzato già 9 volte (l’ultimo ormai 11 anni fa). «Noi ci teniamo tanto, soprattutto in questo momento in cui tutte le squadre vogliono andare avanti nella competizioni». Le migliori della serie A sono entrate nelle prime 8. Non c’è lo scudetto in palio, ma l’atmosfera è da play off.
SOTTO OSSERVAZIONE – Anche la proprietà Usa, pur considerando vitale il 4° posto, non ha alcuna intenzione di sminuire il valore della Coppa Italia. Pallotta è scontento di questa Roma in altalena, incapace di viaggiare con continuità in campionato. Il 3-3 di Bergamo ha avuto lo stesso effetto sia per il presidente che per l’ambiente: squadra assente nella ripresa e recidiva nel comportamento. L’allenatore ne ha preso atto, confermando la fragilità del gruppo:«Abbiamo dimostrato di dover ancora crescere nel nostro cammino. E, diminuendo le partite, dobbiamo farlo in fretta. La fortuna del calcio è quella di potersi rifare, al di là della partita comunque dal bicchiere mezzo pieno. Contro l’Atalanta abbiamo fatto un grande primo tempo e un secondo deficitario sotto tutti i punti di vista. Non ce lo possiamo permettere, specialmente in una gara secca come quella contro la Fiorentina in cui abbiamo pochissimi margini di errore».
TURNOVER ANNUNCIATO – Di Francesco si presenta al Franchi con 4 novità dopo il pari di domenica: dentro, nel 4-2-3-1, Florenzi e Fazio in difesa, Pastore da trequartista e Schick, in ballottaggio con Dzeko, nel ruolo di centravanti. Questo sta a significare che Zaniolo giocherà ancora da esterno alto a destra. Nella rotazione, scontato il turno di riposo per Pellegrini, unico centrocampista rimasto a disposizione per la sfida contro il Milan in campionato, anche se l’allenatore spera nel recupero di De Rossi. I mediani al Franchi saranno gli stessi di Bergamo: Cristante e Nzonzi, squalificati dal giudice sportivo e quindi out per domenica. La stanchezza accusata nell’ultimo match può spingere Dzeko in panchina proprio dopo aver interrotto il digiuno (2 gol, dopo il black out iniziato il 6 ottobre) e nel pomeriggio in cui Pastore riavrà la sua chance. Il finalizzatore di coppa è però Schick: dopo la doppietta all’Entella, insieme con El Shaarawy sfida Chiesa e Muriel che recentemente hanno sempre fatto la differenza nel tiro al bersaglio.
STESSO PERCORSO – La Fiorentina, negli ultimi 2 match, ha realizzato 7 gol e presi 6, la Roma ne ha segnati 6 e incassati 5. I pregi e i difetti uniscono le rivali del pomeriggio al Franchi. «Sì, attualmente siamo due squadre simili. Efficaci davanti, vulnerabili dietro» ammette Di Francesco. Che insiste: «Contano la testa e la personalità. La nostra fase difensiva è da migliorare: pensavamo di aver ritrovato maggiore equilibrio, ma queste due partite ci hanno fatto capire che dobbiamo lavorare ancora tanto sotto l’aspetto mentale, di attenzione. Il difensore deve pensare sempre in negativo, cioè che da un momento all’altro può succedere qualcosa. Una squadra che ambisce ad arrivare in Champions non si può distrarre come è successo a Bergamo».