IL MESSAGGERO – TRANI – Ancora nessuno ha la certezza di quali saranno gli interpreti della ripartenza, ma di sicuro la Roma, dopo la sosta, sarà per forza nuova. A certificare la virata, dopo il pari nel derby, l’ultimo infortunio muscolare, cioè l’indisponibilità di Under, e il rinforzo last minute del mercato estivo, quindi l’arrivo di Mkhitaryan in giallorosso. Numericamente, esce uno ed entra l’altro nella formazione di partenza. Ma Fonseca è pronto ad andare oltre, intervenendo in ogni reparto e riequilibrando il suo 4-2-3-1.
CINTURA DI SICUREZZA – Il portoghese sa già su chi puntare per risalire la classifica: 2 punti in 2 partite, il raccolto che non piace alla società e neanche a lui e alla squadra. Così si affida ai big. Che, nella circostanza, sono anche i più esperti. Questione d’età. E di carriera, anche con le rispettive nazionali. Fazio (32 anni), Kolarov (34 a novembre) e Dzeko (33) sono i leader dello spogliatoio già da tempo. A loro si uniscono i nuovi Smalling (30 a novembre) e Mkhitaryan (30). Sono piombati direttamente dalla Premier proprio come gli altri tre e si preparano a debuttare in serie A con il loro curriculum di calciatori rappresentativi e carismatici. Sono, dunque, 5 giocatori di movimento su 10. In sintesi: mezza squadra. Anzi, a dirla tutta, di più. Perché bisogna aggiungere Florenzi (28 anni) che è capitano della Roma e comunque titolare dell’Italia di Mancini. Porta, dentro il gruppo, la sua storia che non si interrompe dentro i nostri confini. In azzurro e anche in giallorosso ha giocato nelle competizioni principali. E da jolly autentico: centrocampista puro, esterno offensivo a destra e a sinistra, terzino destro e proprio a Tampere, ultima gara in Nazionale, a sinistra.
STOP PER L’EX UNITED – Recuperato Spinazzola, c’è da verificare proprio Smalling (risentimento muscolare): pronto Mancini. La base, comunque, è di sostanza. Fonseca, soprattutto all’inizio del percorso, va sulla qualità e sull’affidabilità. È accaduto anche a Donetsk con lo Shakthar. Qui, ai senatori, somma qualche ragazzo: Cristante (24 anni), Pellegrini (23) e Zaniolo (20). Giovani sì, ma non pischelli: loro sono il futuro dell’Italia di Mancini. E il portiere Pau Lopez (25 a dicembre), in panchina con la Spagna, pure lui è passato dalla Premier. Come Veretout In campo, età media di 27,7 anni.
VIA LIBERA – Petrachi, come ha rivelato lui stesso martedì in pubblico, ha spinto Fonseca a insistere sulla sua idea di calcio. Avanti, quindi, con il 4-2-3-1. Nessun consiglio del ds, nel colloquio avuto lunedì con l’allenatore a Trigoria, ma solo la fiducia a quel sistema di gioco coraggioso e dominante con cui il portoghese ha vinto 7 trofei nei 3 anni passati in Ucraina. Gli accorgimenti, per garantire più equilibrio all’assetto, vengono dal mercato. Niente si può ancora dare per scontato, ma le 3 mosse sono già all’ordine del giorno in vista del 3° turno di campionato: Smalling al centro della difesa accanto a Fazio, Veretout partner di Cristante a centrocampo e soprattutto Mkhitaryan nel rombo offensivo con Zaniolo e Pellegrini per il trio di trequartisti, senza posizioni fisse, alle spalle di Dzeko. Fuori gli esterni, dentro i rifinitori. Liberi di palleggiare, suggerire e concludere. Toccherà a De Zerbi trovare domenica le contromisure. Il Sassuolo, nel 1° match in trasferta, si è presentato contro il Torino con il 3-5-1-1-. In casa, invece, ha affrontato la Sampdoria con il 4-3-1-2. Chissà se replicherà l’ultimo modulo. O si metterà a specchio, come è successo contro Mazzarri nell’unica gara esterna fin qui giocata.