LA REPUBBLICA – “La squadra ha paura”. Così Paulo Fonseca pubblicamente ha spiegato la ‘malattia’ della Roma. Poi, nel chiuso di una stanzetta all’uscita dagli spogliatoi dell’Olimpico venerdì dopo la sconfitta con il Bologna, ha approfondito con Guido Fienga il dettaglio del crollo. Il Ceo, insieme a Petrachi, era presente anche ieri mattina a Trigoria. La diagnosi di Fonseca è stata questa: i giocatori hanno perso fiducia in se stessi dopo le sconfitte precedenti e, terrorizzati dall’errore, si allungano, retrocedono, aprono spazi. Soluzioni immediate non ne ha nessuno. A questo punto Fonseca è a un bivio: ha capito che o riuscirà a riportare la squadra ad applicare le sue idee, oppure dovrà cambiare la struttura tattica.
Le certezze al momento sono due: l’allenatore non rischia il posto e misure punitive come il ritiro non convincono né il tecnico né i dirigenti. Ieri a Trigoria Fonseca ha voluto parlare subito ai suoi calciatori. Parole ferme, l’espressione della propria feroce delusione, ma niente urla: non le ama e ha anche battibeccato con il ds Petrachi quando a questi è sfuggita la calma. Alla squadra è stato bandito anche qualunque riferimento alle scelte arbitrali. A nessuno sono concessi alibi.