Sampdoria, Fiorentino: “La mia esperienza con la Roma? Chiusa in un cassetto. Nel calcio è finita l’era dei mecenati”
IL SECOLO XIX – Prime parole da dirigente sportivo per Paolo Fiorentino. L’ex ad di UniCredit, che nel 2011 mediò la cessione della Roma dalla famiglia Sensi alla cordata americana, è da qualche mese vicepresidente della Sampdoria. Questo un’estratto dell’intervista rilasciata al quotidiano genovese:
Dottor Fiorentino, come è arrivato nel cda Samp?
«Conoscevo da tempo sia Ferrero che Romei. Un’accoppiata vincente. Erano a conoscenza della mia esperienza nel board della Roma. Mi è stata fatta questa richiesta, accolta con stima e simpatia. La qualifica di vicepresidente vicario poi è stata una sorpresa per me. Il calcio è una mia passione, al quale mi approccio con la mentalità del business. Non è un gioco, ma un lavoro. La Samp ad esempio ha le caratteristiche di una media azienda italiana. Deve coniugare le soddisfazioni sportive con i risultati finanziari. Quello che sta facendo Ferrero».
Passare a un fondo sembra diventato il destino delle società italiane di calcio. Ci sono voci anche attorno alla Samp. Lei avuto un ruolo chiave nella cessione della Roma agli americani.
«Parlando di Sampdoria, non c’è da parte della proprietà nessuna agenda aperta su questo argomento. Si è appena conclusa l’ennesima stagione con il bilancio in positivo e i risultati calcistici sono ottimi. L’equazione perfetta. La fine dell’era dei mecenati impone i bilanci in ordine, è una questione di sopravvivenza. Quanto alla mia esperienza con la Roma, è lì, in un cassetto».