Stadio, l’ultimo giallo la giunta al Politecnico: “Distruggete tutti gli atti”
IL MESSAGGERO – DE CICCO – La domanda che sorge spontanea è: perché? Perché la giunta 5 stelle che della trasparenza ha fatto un brand – non sempre rispettato – chiede agli esperti arruolati per valutare il controverso progetto Tor di Valle di “distruggere qualsiasi file, atto, documento, elenco, nota, disegno, schema, lettera ed ogni altro materiale” che ha riguardato il lavoro di analisi di queste settimane? Perché, insomma, tanta segretezza, tanta smania di fare pulizia sugli scambi tra i professori del Politecnico di Torino e i vertici del Campidoglio? Dopo le insistenze dell’opposizione e di pezzi importanti della stessa maggioranza grillina, Virginia Raggi ha fatto pubblicare il rapporto finale dell’ateneo piemontese sul sito web del Comune di Roma.
Il documento che conferma l’impatto “catastrofico” sulla viabilità del quadrante Sud di Roma, salvo stravolgimenti di tutta la mobilità cittadina, è apparso online quattro giorni dopo la consegna a Palazzo Senatorio, dopo che dal Pd a Fdi avevano minacciato di “denunciare” la sindaca se l’avesse tenuto chiuso in un cassetto, segretato. Spulciando il contratto, sin qui inedito, tra l’amministrazione comunale e il Politecnico – il timbro del protocollo capitolino è del 9 ottobre 2018 – spunta una clausola che oltre a pretendere dai professori “riservatezza” fino al termine dello studio, impone agli estensori del parere di cancellare tutte le comunicazioni con l’amministrazione.
I privati che sognano l’affare Tor di Valle, intanto, cercano l’accelerata, di riuscire cioè a incardinare il prima possibile l’iter per la variante e la convenzione urbanistica. Il diggì della Roma, Mauro Baldissoni, e Giovanni Sparvoli, membro del nuovo Cda di Eurnova, saranno stamattina al Dipartimento Urbanistica per fare il punto con i dirigenti comunali. E un’altra riunione è in calendario giovedì. L’obiettivo? Arrivare a un voto in Consiglio comunale entro l’estate, prima però tocca convincere il gruppo M5S, ancora diviso, dopo l’inchiesta per tangenti che ha travolto il gruppo Parnasi.