IL TEMPO – AUSTINI – Totti si allontana dalla Roma, Pallotta gli tende la mano per riportarlo dentro. Ma sarà dura, durissima. L’ex capitano è pronto all’addio, l’ha deciso e confidato agli amici e alle persone più fedeli nei giorni scorsi (non ufficialmente alla società), indicando in lunedì prossimo la giornata del doloroso e polemico annuncio. L’addio si consumerebbe esattamente 18 anni dopo l’ultimo scudetto vinto il 17 giugno 2001: pre-organizzata una conferenza per il pomeriggio negli uffici del Coni ( la «giusta sede» citata nel suo tweet non è quindi Trigoria), prima di partire martedì per la vacanza già prenotata a Ibiza.
Quindi è finita davvero? A sentire tutti quelli che lo conoscono sì, leggendo quanto dice il presidente, un margine di recupero, forse, c’è. Magari rinviando il finale al rientro di Totti in Italia «Non è vero – spiega Pallotta in una lunga intervista pubblicata sul sito del club – che Francesco non è stato invitato al meeting di Londra. Ritenevo che fosse una riunione importante e dunque non era contemplato che non venisse invitato». Perché allora non è partito? «Sinceramente non lo so. Forse ha bisogno di un po’ di tempo per pensare al suo futuro e al suo ruolo nel club, cosa che tutti rispettiamo. Francesco ha vissuto 30 anni nel calcio, la maggior parte dei quali allacciandosi gli scarpini per dare tutto per la Roma. Sono sicuro che ha tanti pensieri che gli passano per la testa su quello che vuole fare e sa che io sono qui per lui, così come è sempre stato. Non ascolterete alcuna critica mia o di chiunque altro della Roma nei suoi confronti».
Difficile bastino queste parole a scaldare il cuore dell’ex capitano. La sua testa è effettivamente piena di cattivi pensieri: voleva uno tra Gattuso e Mihajlovic ed è arrivato Fonseca, non ha messo bocca sulla sostituzione di Massara con Petrachie, soprattutto, si sente escluso a prescindere dalle decisioni più importanti sapendo quanto il suo «nemico» Baldini sia rimasto influente nelle scelte di Pallotta. E non gli basta più partecipare da uomo simbolo della società agli eventi o come personaggio da spendere per gli sponsor. Ecco perché ha lasciato sul tavolo la proposta sottopostagli dal CEO Fienga: un ruolo da direttore tecnico, con stipendio aumentato fino a circa un milione. Ieri i due si sono sentiti e l’aria era di uno strappo irrimediabile. Il presidente conferma l’offerta fatta a Totti: «Fienga gli ha parlato del ruolo e di quello che implicherebbe, sarebbe uno dei più influenti nella nostra area sportiva. Da quando Monchi se n’è andato abbiamo visto Francesco fare dei passi in avanti e prendersi delle responsabilità, in tutte le decisioni ha avuto un peso che probabilmente neanche lui pensa di avere avuto. È stato determinante per prendere Ranieri e ha dato alcuni degli spunti migliori nelle valutazioni su diversi tecnici». Nel discorso di Pallotta, quindi, «compare» anche Baldini. «A Londra Franco ha ripetuto quanto Francesco sia abile nel giudicare un talento. Io e Fienga ci siamo impegnati a trovare un ruolo più importante per Totti perché lui è in grado di giudicare un talento meglio di ognuno di noi». Ma evidentemente il simbolo giallorosso non percepisce questa fiducia e ha tempo oggi, massimo domani, per ripensarci. Altrimenti la Roma perderà nel giro di venti giorni due simboli come Totti e De Rossi, con inevitabili e devastanti ripercussioni ambientali.
Pallotta, intanto, commenta eccitato l’arrivo di Fonseca. «Dopo aver concluso le nostre conversazioni con l’allenatore a Londra, mi sono sentito entusiasta del potenziale della Roma come mai prima. Paulo ha idee molto chiare e penetranti su ciò che vuole realizzare. Ha una filosofia votata all’attacco e vuole vincere, ma con stile. Si rende anche conto che la Serie A è uno dei campionati tatticamente più preparati al mondo e ciò che mi ha maggiormente incoraggiato è stata la sua flessibilità. Ha portato all’incontro anche il suo responsabile della preparazione atletica e ha sottolineato un aspetto: l’importanza che i giocatori siano nella migliore forma possibile. Non penso che i calciatori lo fossero la scorsa stagione e il più delle volte non è stata colpa loro. Abbiamo già iniziato a cambiare il nostro programma di preparazione e Fonseca vuole giocatori disposti a migliorare». Inizierà ad allenarli a fine mese: ufficializzato ieri il ritiro dal 29 giugno al 7 luglio a Pinzolo, per ora una sola amichevole prevista in montagna, mentre il 25 luglio ci sarà il debutto ufficiale ai preliminari di Europa League. Con quale rosa? «Inevitabilmente alcuni giocatori se ne andranno e ne arriveranno dei nuovi. Se qualcuno non è dedito alla causa al 100% – avvisa Pallotta– e non vuole far parte di ciò che stiamo cercando di costruire, allora andrà via. Dopo la scorsa stagione, non possiamo permettercelo». Il senso del suo discorso in una frase: «Non si tratta di me, di Totti, di Guido, di Paulo o del nuovo direttore sportivo (che sarebbe Petrachi ma non può ancora nominare, ndr): si tratta dell’As Roma». Ma interessa ancora a qualcuno?