Tifosi scatenati: hashtag #Difraout e Verdone attacca
GAZZETTA DELLO SPORT – (…) Sul banco degli imputati, per la prima volta in un anno e mezzo sale Di Francesco. L’hashtag #DiFraout non diventa virale come con Garcia e l’ipotesi esonero non ottiene un plebiscito come per il francese, ma il tecnico non gode più di tanta popolarità.
C’è chi parla di «Zeman senza sigarette», chi di «fase difensiva che il parroco sotto casa mia organizza meglio» e c’è persino chi vorrebbe ringraziarlo così: «Dai sette colli ai sette golli. E ora arrosticini per tutti». Difficilmente Di Francesco avrebbe voglia di brace e risate, lui che a Roma ha vinto uno scudetto e vive questa crisi in prima persona ben oltre la sfera professionale, ma sa come funzionano le cose nel calcio. (…) Magari lo tocca di più sentir parlare di «vergogna», di «umiliazione» o, peggio, di «Roma Barcellona come partita che ha rovinato tutto perché ha coperto i veri problemi»
Non le manda a dire Carlo Verdone, in diretta a «Un giorno da pecora»: «Voglio bene a Di Francesco, ma non riesce a formare il gruppo, la squadra non può essere così bipolare. Evidentemente c’è una spaccatura nello spogliato io, forse tra giovani e senatori. In questo modo non andremo avanti, qualcosa va cambiato (…)». L’attore e regista ne ha anche per Pallotta: «Per quanto riguarda il presidente, se non si sbrigano a dargli un ok allo stadio, che non arriva per colpa della burocrazia, sarà sempre così, penserà alle plu svalenze e alle vendite».
Secondo i tifosi, anche l’atteggiamento dei giocatori andrebbe modificato: il nuovo profilo di Kolarov è preso di mira per il battibecco di due giorni fa a Termini, quello di Totti, invece, è una sorta di muro del pianto con preghiere di ogni tipo. Il Capitano viene considerato il salvatore della patria, come se da dietro la scrivania potesse replicare le stesse magie che faceva in campo. Impossibile, almeno per ora. (…)