IL MESSAGGERO – Introdotto nel 2017, il Var ha cambiato il modo di vivere e raccontare il calcio, non senza polemiche. In attesa della Var room, il cui debutto resta in programma nella prossima stagione, immaginare molte persone rinchiuse in uno spazio così ristretto al tempo dell’emergenza Coronavirus appare davvero impensabile. A sollevare la questione è stato Marcello Nicchi, presidente dell’Aia, a La Domenica Sportiva: «Ripartire senza Var? C’è questo rischio e potremmo essere costretti a farlo. Oggi per il Var si usano ambienti angusti, ci sono operatori che lavorano vicini ad altri e non si può sapere chi ha frequentato chi. Si corre il rischio che non ci siano le dovute distanze di sicurezza. Io mi auguro che la cosa non accada, ma potrebbe anche sorgere questo rischio». Quindi, può succedere che si concluda il campionato giocando l’ultima parte di stagione senza Var.
Anche in Inghilterra stanno pensando di ripartire senza il Var, che è strutturata con un campo centrale vicino l’aeroporto londinese di Heathrow, in un edificio a Stockley Park, dove si radunano tre addetti alla moviola ai quali è affidato il compito di seguire le partite e di dare direttive agli arbitri.