Amianto a scuola: professoressa morta, Ministero condannato in Appello
(UFFICIO STAMPA ONA) – Anche la corte d’Appello di Bologna ha condannato il Ministero dell’Istruzione a risarcire 930mila euro ai figli della professoressa Olga Mariasofia d’Emilio. La donna, di Bologna, è morta ad 87 anni per un mesotelioma, dopo aver respirato amianto nella scuola dove lavorava.
Il ministero non bonificò l’istituto scolastico smaltendo il materiale cancerogeno nella scuola Farini di Bologna, dove l’insegnante ha lavorato tra il 1981 e il 1990. Infatti, sebbene il divieto di utilizzare l’asbesto sia del 1992, già dal 1940 si sapeva con certezza scientifica che fosse cancerogeno e che provocasse terribili malattie al sistema respiratorio, ma non solo, come si può leggere ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”, dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto.
Nel 2011 la professoressa aveva iniziato la procedura giudiziaria per ottenere il risarcimento dei danni.
Purtroppo, però, soltanto dopo la sua morte, i figli Silvana ed Andrea, grazie all’Ona e al suo presidente, costituito con l’avv. Massimiliano Fabiani del Foro di Bologna, hanno vinto la causa di primo grado contro il ministero. In quella sede era stata dimostrata la presenza di amianto all’interno dell’immobile. Alcuni colleghi avevano testimoniato che l’asbesto era presente nelle coperture esterne, nelle tettoie, ma anche nelle palestre e negli inter-passaggi fra gli edifici scolastici. La consulenza tecnica d’ufficio aveva, poi, accertato l’esposizione della docente all’amianto e il nesso quantomeno concausale con il sopravvenuto mesotelioma. Ora è arrivata anche la condanna in Appello.
Una liberazione per la figlia Silvana, come lei stessa ha dichiarato. “Mia madre – ha detto la figlia – avrebbe potuto vivere i suoi ultimi anni facendo le cose che più le piacevano e non essendo costretta a fare avanti e indietro dagli ospedali. Per questo penso che finalmente siamo riusciti ad ottenere per lei quella giustizia che tanto le premeva”.
La professoressa D’Emilio, negli anni in cui è sopravvissuta al mesotelioma ha combattuto per lei, ma anche per i suoi colleghi e per i tantissimi studenti che sono ancora esposti ad amianto e rischiano di ammalarsi. In Emilia Romagna sono, infatti, 431 gli istituti con amianto. A fronte di alcune bonifiche, negli anni sono stati segnalati altri casi di scuole contaminate, quindi, secondo le stime dell’ONA, nel 2021 ci sono più di 400 scuole con materiali contenenti amianto.
“L’amianto nelle scuole – ha tuonato l’avvocato Bonanni – è una vergogna per un paese civile, circa 356mila studenti sono ancora esposti ad un materiale che provoca patologie come l’asbestosi, malattia polmonare cronica, e il mesotelioma, tumore che colpisce il tessuto sottile che riveste gli organi interni. A questa cifra si aggiungono altre 50mila persone tra docenti e personale scolastico. Alcune regioni e città stanno provvedendo alle bonifiche di oltre 2400 scuole in tutta Italia ancora contaminate, ma non c’è un piano
coordinato, né vengono stanziati finanziamenti adeguati”.
L’assistenza gratuita all’Ona si può chiedere tramite lo sportello online o al numero verde gratuito 800 034 294.