Che leader sei? I diversi tipi di guide che si trovano nel mondo del calcio
Come anticipato nel precedente articolo oggi andiamo alla scoperta delle diverse modalità in cui un individuo, seguendo la sua personalità, esercita le sue qualità di leader. Nell’immaginario collettivo il leader viene alla mente solo ripensando alle sue “gesta eroiche” nei momenti più duri, prestando però poca attenzione al fatto che lo si è anche nei momenti più sereni. Difatti il leader supporta e sostiene il gruppo in ogni momento, sia nei più difficili prendendo per mano la squadra, sia nel momenti più tranquilli, curando ed evidenziando l’unità e la motivazione e stimolando i compagni verso il raggiungimento degli obiettivi.
I diversi leader
Nel mondo del calcio esistono leader che hanno caratteristiche e qualità differenti tra loro, che mai si autoproclamano ma viene scelto e nominato dal resto del gruppo. Sono tre le tipologie di leader che entrando in uno spogliatoio si possono incontrare, vediamoli insieme quali.
Leader tecnico
Tecnica deriva dal greco τέχνη e rappresenta il “saper fare” e si può indicare come l’insieme delle norme su cui è fondata la pratica di un’arte, di una professione o di una qualsiasi attività, sia essa manuale che intellettuale. Il leader tecnico è il calciatore o che attraverso le sue qualità di base e il suo talento naturale (e successivamente allenato) aiuta la sua squadra nei momenti di difficoltà sfruttando la sua fantasia. È quindi l’atleta che in campo toglie le “castagne dal fuoco” risolvendo situazioni complicate, il giocatore a cui viene consegnata la palla quando tutto sembra perduto o si è in difficoltà. A questo leader viene riconosciuta una predominanza in termini di talento e forza e il resto della squadra ci si affida nel momento del bisogno, sia esso battere un calcio di rigore fondamentale, sia tenere la palla nei minuti finali in cui si sta vincendo e la squadra avversaria attacca. Per i compagni questa figura è di tipo protettivo in quanto genera una consapevolezza e una calma nel momento in cui esso è in campo, sia che si tratti di una finale o di un’amichevole, quando non si sa cosa fare, palla a lui che si inventerà qualcosa. Logico che le sue qualità debbano però essere messe a disposizione della squadra e che le sue “gesta” non siano fine a se stesse, quindi che un dribbling o una giocata siano funzionali a tutti. Nella storia giallorossa diversi sono i leader di questo tipo tra i quali Totti e Falcao, nella squadra attuale leader di questo tipo sono Lorenzo Pellegrini e Paulo Dybala.
Leader carismatico
In psicologia il termine carisma è impiegato per indicare la capacità di un individuo di esercitare una forte influenza su altre persone. Il leader carismatico nel calcio è il giocatore o l’allenatore che trascina a livello emotivo la sua squadra, colui che incarna al massimo l’identità di gruppo. Rappresenta in campo il calciatore che parla con l’arbitro, che cerca di proteggere ogni suo compagno e che dopo le sconfitte ci “mette la faccia”. Sfruttando la loro forza interiore e la loro personalità riescono a far alzare il livello di performance di tutto il gruppo. Per i compagni questa figura è di tipo identificativo, ogni sua parola riesce a toccare le giuste corde, stimolando nei componenti del gruppo un’aria elettrizzante che porta tutti a spingere il cuore oltre l’ostacolo. Anche tra gli allenatori possono esserci dei leader carismatici che esercitano la loro influenza in diversi modi. Per esempio Pep Guardiola utilizza una comunicazione basata a livello emotivo, motiva i suoi calciatori con parole “dolci”, così come sta facendo anche Daniele De Rossi. Altri allenatori come Josè Mourinho o Fabio Capello invece utilizzano altre tecniche che puntano sulla reattività comportamentale, sulla risposta in campo dei propri ragazzi dopo essere stati “pungolati (esempio più eclatante il rapporto Capello – Montella). È bene sottolineare come non esista un decalogo del buon leader carismatico, ma che esso emerga in relazione al tipo di gruppo che si ha a disposizione, quindi tecniche che sono funzionali in uno spogliatoio possono essere deleterie in altri. Nella storia romanista un leader di questo tipo è il compianto Giacomino Losi, nella rosa attuale un leader carismatico è sicuramente Gianluca Mancini.
Leader silenzioso
Terza categoria, ma non meno importante, è quella dei leader silenziosi. Di solito questa figura è riconosciuta dal resto della squadra per le caratteristiche peculiari di queste persone, difatti il leader silenzioso viene visto come speciale, come colui che risulta in grado attraverso semplici gesti di indicare la giusta via da seguire. Poche parole ma quando le pronuncia sono sentenza, questo è ciò che gli viene riconosciuto, una risolutezza e una forza in grado anche solo con lo sguardo, di saper influenzare in maniera positiva le dinamiche di tutti. Per i compagni questa figura è di tipo condottiera, rappresenta quel silenzio che fa rumore, quella spalla su cui contare anche senza il suono delle parole, basta semplicemente la sua presenza e sai che nel momento giusto saprà illuminare la strada. Nella storia della nostra magica esempio concreto di ciò è Agostino Di Bartolomei, il capitano silenzioso, l’ombra protettiva del secondo scudetto. Nell’attuale gruppo squadra è possibile individuare in Bryan Cristante un leader di questo tipo, poche parole ma sempre in campo con qualsiasi allenatore.