Conferenza Stampa Pedro: “Ho scelto la Roma per aiutare a creare una mentalità vincente”
La Roma ha ufficialmente presentato il neo acquisto Pedro, ex Barcellona e Chelsea che ha già giocato la sua prima partita in giallorosso a Verona.
Apre la conferenza stampa il CEO Guido Fienga: “Siamo felici di presentare in maniera ufficiale Pedro come nostro calciatore. Quando ha scelto la Roma e ha detto di sì siamo stati contenti, perché è inutile sottolineare come sia un giocatore che in tutti i campionati ha vinto più di tutti i ntutte le competizioni ufficiali. E’ un punto di merito che ci interessa sottolineare ed è uno dei motivi per cui ha scelto la Roma: avere uno come lui in squadra vuol dire inserire spirito vincente e competenze nella squadra. Sono contento di come si è inserito, anche perché uno dei compiti è stato quello di trasmetterle in campo. Lascio adesso le domande per lui”.
DOMANDE PER PEDRO
In questo sistema di gioco di Fonseca quale è il ruolo in cui potresti rendere di più
“Buongiorno a tutti e grazie mille per le parole di Guido Fienga. In questo sistema di gioco il ruolo migliore per me può essere alle spalle della punta, in una posizione che possono occupare tanti giocatori. Mi trovo bene lì, mi sento comodo, è una zona in cui posso fare inserimenti in area, creare gli spazi per la punta. Posso giocare a destra o sinistra, mi adatterò dove il mister lo riterrà opportuno. Il mio obiettivo è aiutare la squadra, sarà questa la mia mentalità nel corso della mia esperienza qui a Roma”.
Cosa manca alla Roma per arrivare a livello della squadra che è arrivata in semifinale di Champions League?
“Siamo una squadra buona, con giovani e con un progetto a medio e lungo termine. Ci sono Edin e Miki, motivi per cui ho scelto di venire a Roma: per aiutare a creare una mentalità vincente. Tornare a fare la Champions è uno degli obiettivi e poi costruire una squadra più forte. Ho affrontato la Roma all’Olimpico con il Chelsea ed era molto forte. Ora c’è un giusto mix di esperienza e gioventù, l’obiettivo è di creare una squadra vincente per raggiungere gli obiettivi dei tifosi, ma anche i nostri”.
Senti di avere una responsabilità maggiore contro una big come la Juventus?
“Quando si affronta una squadra forte la responsabilità è alta, ma anche l’esigenza personale. Dobbiamo scendere per vincere ogni singola gara di campionato e di Europa League. Andare avanti e giocarsela con tutte. E’ un avversario difficile da battere, ma tutti vogliono vincere e gli stimoli sono particolari. Ora si tratta di tradurle e di metterle in campo domenica sera”.
Che ricordi hai della Champions League vinta qui a Roma?
“Non posso che conservare bei ricordi. E’ stata la mia prima Champions League vinta, ho avuto la fortuna di giocare all’ultimo minuto, era il mio primo anno al Barcellona. Far parte di una finale di Champions è stata la realizzazione di un sogno. Ora sono qui alla Roma e tornerò in questo stadio bello. Non posso che usare belle parole e bei ricordi per quella data”.
Quale motivazione spinge un calciatore che ha vinto tutto a venire alla Roma?
“La motivazione è la stessa. Di avere una forte voglia interiore di vincere e raggiungere gli obiettivi. Sarà difficile ma lavoriamo per questo, partita dopo partita. Serve una mentalità forte e vincente, per tornare a giocare la Champions League. Abbiamo una rosa idonea per questo, anche se sembra prematuro. A mio avviso è questo l’obiettivo minimo“.
Dzeko ti ha parlato? E’ felice di rimanere alla Roma?
“Lo vedo felice. Edin è il nostro capitano ed è di un livello straordinario, ha fatto tantissimi gol. Ha un peso specifico importante nello spogliatoio e siamo contenti che lui resti con noi. Fa gol, fa la differenza e ti fa vincere le partite. Sono contento che resti con noi, la sua presenza e di altri calciatori importanti ci fa raggiungere i nostri obiettivi. E’ concentrato e spero che domenica possa giocare per farci fare una bella partita“.
Hai la mentalità vincente, qui a Roma si parla già di Fonseca in bilico. Che consigli dai ai tuoi compagni per la partita?
“Sappiamo di affrontare un avversario complicato, sarà difficile. Bisogna essere compatti, solidi e uniti. Non dobbiamo guardare quello che succede fuori o ascoltare voci che ci distraggono. Servirà una grande partita e commettere meno errori possibile“.
Quanto è stata determinante nella tua scelta la presenza di Dzeko e Mkhitaryan?
“E’ molto importante perché hanno esperienza e sono di livello. E’ una squadra giovane, ma con elementi d’esperienza. E’ importante quando scegli la squadra, questi calciatori rendono la squadra più forte. Colgo l’occasione per ringraziare i compagni per come mi hanno accolto dal primo giorno. Anche per i tifosi, per come hanno manifestato simpatia nei miei confronti. Spero di poter ripagare tutto questo sul campo“.
Qual è l’obiettivo della Roma? Può tornare in Champions League la Roma?
“L’obiettivo è questo, vincere. Io quando scendo in campo lo faccio per vincere. Quando pareggio o esco sconfitto, anche in allenamento, sono arrabbiato. Dobbiamo ambire sempre al massimo: vincere campionato, Europa League e tutte le altre competizioni. Questo è l’obiettivo mio e di tutti. Non è semplice, ma l’asticella deve essere a questo livello. Se si inizia la stagione dicendo che l’obiettivo è il quarto posto, poi si finisce per arrivare al settimo o all’ottavo. Vincere per arrivare più in alto possibile, i conti poi si faranno alla fine. La Roma, per club, tradizione e rosa, può ambire tranquillamente alla prossima Champions League”.
Hai visto contro il Verona la fase difensiva in Italia. La conoscevi? Quanto è importante l’intelligenza tattica tua e di Mkhitaryan?
“Già conoscevo il calcio italiano, anche se non avevo avuto modo fino ad ora. E’ difficile trovare spazi tra le linee e creare occasioni da gol. E’ molto tattico e con calciatori dietro la palla. Servirà intelligenza e mobilità per trovare spazi. Io vengo da un campionato che è l’opposto in questo senso. Sto lavorando in allenamento e guardando molte partite per capirlo il più rapidamente possibile, è difficile per gli attaccanti avere occasioni, ma cercherò di aiutare la squadra il più possibile”.
Che ti ha colpito di più della città e dei tifosi della Roma?
“Roma è una città bellissima. Ho passeggiato un po’ per il centro ed ho visto la città. Sono contentissimo anche del rapporto con i tifosi, ho ricevuto un’accoglienza affettuosa e sono contento del mio arrivo qui. Adesso tocca a me fare il meglio per poter ricambiare l’affetto ricevuto”.
Come farai crescere la Roma?
“Non dovrò farlo io, ma la squadra deve essere convinta di poter vincere le partite e di essere difficile da battere. Io cercherò di dare il mio contributo per l’esperienza e in termini di gioco. Dobbiamo essere uniti e compatti per raggiungere un livello collettivo. Un calciatore da solo non può vincere dei titoli, sarà questa la chiave”.
DOMANDE PER FIENGA
Cosa si sente di dire riguardo il 3-0 a tavolino contro il Verona?
“L’episodio è basato su un errore fatto da noi in assoluta buona fede, che non ha arrecato nessun vantaggio alla Roma, che non portava a inserire giocatori in più, che non fossero stati tesserati, come nel caso del Sassuolo, citato più volte. Sono due episodi totalmente diversi e sulla base di questo riteniamo che la Roma abbia il diritto di potersi difendere. Sentire che organi federali, il presidente della Corte che ci dovrà giudicare, si esprimono già in anticipo rispetto al giudizio, ironizzando sulla questione, ci lascia sorpresi. Sembra che questo diritto alla difesa venga compromesso o reso inutile. Partendo da subito dicendo che non ci sono chances è come assimilare un errore al dolo, che giuridicamente non è assolutamente detto che sia così. Dispiaciuti per quello che abbiamo sentito, riteniamo di avere un legittimo diritto a difenderci. Il caso del Sassuolo è totalmente diverso. Speriamo che il giudizio futuro sia fatto in serenità e indipendenza, con lo stesso rispetto con cui noi rispettiamo gli organi federali e la giustizia”.
Qual è il futuro di Fonseca? State cercando un nuovo direttore sportivo?
“Fonseca non è e non è mai stato un tema aperto per la società: è il nostro allenatore. E’ partito un progetto con lui lo scorso anno, che prevedeva una squadra giovane, con un allenatore giovane ma con molte qualità, che doveva prendere le caratteristiche del nostro campionato. Abbiamo un anno di esperienza in più e non capiamo perché ci sia questa questione. Non è un argomento aperto. Riguardo il direttore sportivo: è una posizione vacante e sarà ricoperta quanto prima da chi giudicheremo più competente ed allineata alla filosofia del club. Creare una squadra basata su giovani talenti, aiutati a crescere da giocatori esperti come Pedro. Ho sentito il nome di Paratici ed è poco rispettoso nei suoi confronti che della Juventus fare il suo nome. E’ un nostro avversario oggi e speriamo di batterlo domenica e salutarci semplicemente. Non ci sono altre illazioni su di lui”.