1 Apr 2019In Breaking News9 Minuti

Il disastro di Monchi

INSIDEROMA.COM – MASSIMO DE CARIDI – La Roma perde in casa per il terzo anno consecutivo contro il Napoli e questa volta in maniera netta sia nel punteggio che nel gioco e nell’atteggiamento. Il 4-1 rispecchia perfettamente l’attuale divario che c’è tra le 2 squadre al netto di infortuni, condizione fisica precaria dei singoli e degli errori enormi commessi da alcuni giocatori.

Inutile soffermarsi su una partita nata male e proseguita peggio con un unico balurme nel buio: il rigore concesso per un netto fallo di Meret su Schick e trasformato dal nuovamente implacabile dal dischetto Diego Perotti.

Per il resto, è la saga degli orrori: sin dal primo minuto quando Verdi fa un comodo lob per Milik, che ha il tempo di stoppare di tacco, girarsi e tirare in piena area di rigore senza esser disturbato con Olsen che rimane sorpreso.

Primo tempo a ritmi bassi ma con gli ospiti in totale controllo del match sin quando Schick non anticipa l’estremo difensore napoletano, che lo stende e l’arbitro Calvarese concede un sacrosanto penalty.

Si chiude così la prima frazione di gara e ci si aspetta che i giallorossi tornino in campo vogliosi di imporsi o almeno di provarci ed invece è nuovamente la squadra di Ancelotti a guidare l’incontro. Alla prima azione, anche stavolta, i partenopei vanno avanti per la seconda e definitiva volta.

Callejon aggira Kolarov senza faticare troppo e mette in mezzo un pallone destinato a finire tra le braccia di Olsen, che invece se lo passare sotto le ascelle e la sfera termina sui piedi di Mertens, che non ci sperava neanche. Poco dopo, arriva il colpo di grazia targato Verdi (che si è fatto perdonare dopo una conclusione addosso al portiere romanista che chiedeva solo di esser spedita in rete). Bravo Fabian Ruiz a superare De Rossi ed a mettere al centro dell’area di rigore, dove oltre all’ex Bologna ci sono altri 2 compagni ed il solo Kolarov per i giallorossi. L’esterno napoletano ha il tempo di controllare ed indirizzare il pallone alla destra del numero 1 romanista, che non può far molto.

Quarta ed ultima marcatura firmata da Younes, subentrato a Mertens, infortunatosi poco prima. L’ala di origine tedesca si libera dell’intera retroguardia romanista, tira in porta ma Olsen respinge, la palla finisce ancora sui suoi piedi e questa volta non sbaglia e trova la gloria personale.

Il Napoli non ha mostrato un gioco spettacolare o schiacciato nettamente la Roma ed è questa la cosa più grave. Gli è bastato fare un pò di “accademia” in mezzo al campo e lanciare le punte al momento giusto, visto che gli spazi erano sconfinati ed i giallorossi correvano a vuoto e nella ripresa erano anche piuttosto stanchi.

A fine gara, Ranieri parlerà di una squadra in condizioni precarie e con troppi infortuni avuti nel corso della stagione che non hanno permesso ai suoi calciatori di allenarsi con regolarità. Certamente, questo ha influito molto anche se probabilmente le responsabilità sono da ricercare in chi questa rosa l’ha costruita negli ultimi 2 anni.

Se andiamo a rivedere l’organico che aveva a disposizione Luciano Spalletti il giorno del suo addio nell’estate 2017 e lo confrontiamo con quello attuale, ci rendiamo conto di quanto il depauperamento tecnico sia evidente. Eppure i soldi spesi in queste ultime 2 stagioni sono quasi un record assoluto per la storia giallorossa. Szczęsny, Rudiger, Nainggolan, Strootman, Paredes, Salah, Alisson, Mario Rui, Emerson Palmieri sono alcuni dei nomi in organico in quella squadra ed al loro posto in questi 2 anni sono arrivati Olsen, Mirante, Fuzato, Santon, Karsdorp, Moreno, Marcano, Kolarov, Gonalons, Cristante, Nzonzi, Coric, Zaniolo, Pastore Under, Defrel e Schick. Il paragone risulta impietoso eppure per comprare questi giocatori dell’era Sabatini era stata spesa una cifra nettamente inferiore a quella messa a disposizione dalla società capitolina per i secondi.

Si continua a mettere sul banco degli imputati Eusebio Di Francesco (anche lui arrivato su esplicita richiesta di Monchi) per gli infortuni, una preparazione non all’altezza e per gli scarsi risultati.

Se però facciamo mente locale, da quando sono arrivati gli americani, i preparatori atletici sono cambiati con una cadenza al massimo biennale e nessuno ha dato grandi risultati; il medico sociale e molti fisioterapisti sono stati mandati via insieme al tecnico ed al direttore sportivo dopo 7 anni ed il presidente Pallotta ha dato loro grandi responsabilità dell’annata negativa sotto questi aspetti.

La dirigenza della Roma ha sempre detto di non considerare i primi 2 anni perché quelli erano di “assestamento” e quindi dal terzo anno in poi il club giallorosso ha sempre ottenuto il secondo o il terzo posto pur non portando a casa nessun titolo ma in ogni caso rimanendo stabilmente sul podio.

La scorsa estate, lo stesso Monchi disse che il primo mercato non era stato completamente suo ma bisognava giudicarlo dal secondo in poi ed infatti anche Sabatini ha sempre dichiarato che sino al passato campionato, riteneva la Roma ancora una sua creatura.

Ecco, nella prima ed a questo punto unica stagione vera in cui il ds spagnolo ha avuto totale carta bianca per fare mercato è riuscito nell’impresa più unica che rara di far fare alla società capitolina 3-4 passi indietro. Per rimediare agli errori dell’attuale direttore sportivo del Siviglia servirà una struttura societaria che si consolidi con alla guida persone preparate e che sappiano perfettamente come gestire una situazione del genere.

Servirà un ds magari non “di grido” come lo era Monchi ma che sappia dove mettere le mani e ricostruire dalle macerie e probabilmente ridisegnare l’organico in maniera quasi completa.

Dulcis in fundo ma a Roma è forse l’elemento cardine, bisognerà trovare un allenatore di spessore e non un buon tecnico in rampa di lancio. Se Di Francesco è stato fatto fuori dopo un anno e mezzo e la piazza la conosceva perfettamente per averci giocato, quanto potranno durare Gasperini, Giampaolo e lo stesso Sarri che ha bisogno di tempo e pazienza per fare apprendere il suo credo calcistico?

Quest’estate, al 99%, la Roma si ritroverà nuovamente senza i soldi della Champions League e dovrà nuovamente ripartire da 0 come accadde nel 2013. Al netto dei tanti errori e del mancato salto di qualità, anche per esigenze societarie, fu molto bravo Sabatini a costruire una rosa che arrivò appunto nell’estate 2017 ad avere tra le sue fila probabilmente il più forte centrocampo della serie A, un ottimo attacco ed una difesa che puntellata meglio avrebbe potuto regalare grandi soddisfazioni.

Questo scrivevamo il 28 agosto del 2018 e fummo, purtroppo, facili profeti: La Strategia di Monchi