INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Il mese di gennaio dell’anno 2016 per la Roma rappresenta una sorta di terremoto. Dopo una grande stagione, un’altra con un buon secondo posto (ma tante ombre) e sei mesi finali pessimi, a causa di una crisi tecnico-tattica che pare senza fine e soprattutto per i rapporti con i vertici societari, accusati di “non dire la verità ai tifosi”, ormai ai minimi storici, Rudi Garcia viene esonerato.
La situazione, in bilico già da diverso tempo, precipita al termine di un Roma-Milan pareggiato per 1-1 la sera del 9 gennaio. Non è tanto il risultato né la prestazione, l’ennesima non positiva degli ultimi mesi, a scatenare la reazione di Pallotta, quanto le dichiarazioni del mister francese alle tv in riferimento ai preparatori atletici Norman e Lippie (“La squadra è indietro fisicamente. Mi è apparsa stanca nella ripresa”), imposti dalla società a Garcia a partire dalla precedente estate.
Via l’artefice del riscatto romanista dopo il drammatico 26 maggio del 2013, la società si interroga su chi possa diventare il nuovo allenatore di una rosa qualitativamente ottimale ma assai in ritardo in classifica rispetto alle primissime.
In breve tempo, il nome forte diventa uno soltanto. Si tratta di un cavallo di ritorno, ovvero Luciano Spalletti.
Il mister di Certaldo debutta (nuovamente) da allenatore della Roma in un freddo pomeriggio di metà gennaio all’Olimpico contro il fanalino di coda Verona. Il compito sembra tutt’altro che impossibile ma i giallorossi sono una squadra in piena crisi e ne esce fuori uno scialbo 1-1. La strada per Spalletti è subito in salita.
La settimana seguente, la Magica esce sconfitta per l’ennesima volta dallo Stadium di Torino a causa di una splendida rete di Dybala e l’allenatore toscano sbotta: “Bisogna cambiare mentalità”.
Il terzo appuntamento per lo Spalletti 2.0 nella capitale è in casa contro il Frosinone.
I ciociari sono penultimi in classifica e si trovano addirittura a -7 dall’ultimo posto utile per rimanere nella massima serie: in pratica, la squadra del pur bravo Stellone è con un piede in B.
La Roma, dal canto suo, ha un bisogno spasmodico di tornare a conquistare i tre punti, soprattutto per non iniziare già ad alimentare problemi da parte di addetti ai lavori e tifoseria anche nei confronti del nuovo tecnico.
Per vincere la sfida, Spalletti punta ancora sul 3-4-2-1 con quella che egli stesso ha definito una difesa “a tre e mezzo”. Questa la formazione scelta dall’allenatore della Roma: Szczesny, Manolas, De Rossi, Zukanovic, Rudiger, Pjanic, Keita, El Shaarawy, Nainggolan, Salah, Dzeko.
Stellone risponde con uno spregiudicato 4-3-3 composto da: Leali, Rosi, Ajeti, Blanchard, Pavlovic, Sammarco, Chibsah, Frara, Soddimo, D.Ciofani, Dionisi.
Arbitra il signor Guida della sezione di Torre Annunziata.
L’inizio della sfida conferma che i giallorossi sono ancora tutt’altro che guariti dalla crisi in cui sono finiti ormai da settimane. La Roma, infatti, fatica a rendersi pericolosa. Alla prima, vera occasione, tuttavia la squadra capitolina passa in vantaggio: Nainggolan, lanciato in area, vince un rimpallo e con un destro da terra in scivolata batte imparabilmente Leali.
Il Frosinone, dal canto suo, conferma l’intenzione anticipata da Stellone alla vigilia della sfida e se la gioca a viso aperto. Ne risulta che al 24’ i gialloblu trovano il pari: Chibsah serve al limite dell’area romanista Ciofani che, dopo aver saltato facilmente Zukanovic, supera Szczesny sotto le gambe con un forte diagonale destro.
Cala il gelo sull’Olimpico.
La Roma stavolta non si abbatte e anzi inizia finalmente a produrre gioco e occasioni. Leali è dapprima bravo ad alzare in angolo un bolide da 25 metri di Nainggolan e poi addirittura superbo a deviare in tuffo un sinistro in girata di Edin Dzeko. Si va, dunque, al riposo sull’1-1.
Durante l’intervallo, Spalletti manda Totti a scaldarsi per cercare di capitalizzare ma già al 3′ della ripresa arriva il nuovo vantaggio grazie a due nuovi acquisti: Zukanovic da sinistra trova in area El Shaarawy, che con un bel colpo di tacco in anticipo su Ajeti supera Leali. Il secondo tempo della gara scorre via senza tante emozioni fino all’84’, quando capitan Totti, subentrato a uno spento Dzeko, inventa il 3-1. Il numero dieci giallorosso lancia magistralmente in contropiede Pjanic, bravo a chiudere i conti con un preciso destro in diagonale.
Finisce così. Spalletti centra finalmente la prima vittoria dal suo ritorno nella capitale ma il percorso da fare per una Roma bella e vincente appare ancora lungo.