IL MESSAGGERO – Un passo indietro, dunque. Irriconoscibile il timbro di Fonseca nella Roma andata ko con il Torino. Giusto l’atteggiamento del tecnico a fine partita che, pur evidenziando la serata storta del signor Di Bello, non ha usato l’arbitro per giustificare il 3° ko in questo torneo. Il portoghese ha invece elogiato la creatività dei suoi giocatori, capaci di 30 tiri verso la porta di Sirigu. Il dato, abbastanza fedele, rischia di coprire il principale limite della rosa giallorossa. L’attacco, nonostante i 12 marcatori diversi in campionato, dipende esclusivamente da Dzeko. Non c’è, pesando il rendimento di Kalinic, il suo vice. E nemmeno il suo partner. Petrachi deve prenderne atto e intervenire entro il 31 gennaio per l’aggiustamento della rosa in corsa.
L’attacco giallorosso non è da zona Champions: è il 5° della serie A, con 33 reti, le stesse segnate dal Cagliari sesto. Il vantaggio di Fonseca sull’Atalanta di Gasperini è solo in classifica e tra l’altro minimo: i nerazzurri, con 48 gol, sono i migliori del campionato. E anche la loro differenza reti (+23) è nettamente superiore a quella dei giallorossi (+14). Gli specialisti dell’Atalanta lasciano di sicuro il segno: Muriel 10 gol, Ilicic 9, Gomez e, nonostante il lungo periodo di inattività, Zapata 6. La Roma risponde con Dzeko che, però, è all’11° posto nella graduatoria dei cannonieri stagionali, fermo a quota 7. Dietro di lui niente o quasi: Kolarov 5 reti (2 su rigori), è l’altro finalizzatore scelto. L’esterno offensivo più concreto è Zaniolo con 4 gol. Kluivert ha almeno segnato 3 reti, le stesse di Mkhitaryan. Perotti è fermo a 2 (entrambe su rigore) e Under al 25 agosto, cioè al 1° gol stagionale giallorosso. Numeri che hanno, dunque, il loro significato.