20 Mag 2019In Breaking News3 Minuti

Il miglior modo per dirsi addio

INSIDEROMA.COM – MASSIMO PAPITTO – Alla Juventus sono bravi in tutto. Non c’è niente da fare e da dire, c’è da imparare perché oltre a vincere otto scudetti consecutivi e varie coppe nazionali, nella vicenda Allegri-Agnelli hanno anche trovato il modo di dirsi addio con classe e senza polemica. La conferenza stampa di sabato pomeriggio alla vigilia della partita contro l’Atalanta è stata un mix di buone maniere e (finti o no) sorrisi. Un addio di classe per non creare polemiche dopo un rapporto durato cinque stagioni a volte anche turbolente.

C’è da credere a tutto quello che si è visto? L’esperienza maturata nel mondo del calcio fa credere che qualcosa sia stato omesso e che nelle segrete stanze juventine qualche parola grossa sia volata e forse non solo quella. L’addio però è stato talmente perfetto che ci costringe soltanto a fare delle supposizioni e a credere a quelle parole dolci e smielate che si sono viste e sentite. Niente imbarazzi. Solo lacrime. Loro sanno come si fa e non come è successo martedì scorso a Roma con la conferenza stampa d’addio di Daniele De Rossi. Quando arriva il momento di finire bisogna farlo bene. De Rossi dal canto suo in quella conferenza stampa fu perfetto mentre dall’altra parte si è registrato palpabile un po’ di imbarazzo nel comunicargli la decisione di non rinnovargli il contratto.

La commozione che si è registrata a Torino (finta o no) non ha trovato riscontro nella vicenda di Trigoria, dove tolto il saluto di Ddr ai suoi compagni, di lacrime se ne sono viste poche. Una freddezza inaspettata se si vanno a confrontare i due mondi calcistici (juventino e romanista) che per storia sono sempre stati diversi. In questo volubile mondo del calcio la passione romanista sembra essersi persa nel cinismo “aziendale” mentre il cinismo “aziendale” juventino sembra essersi sostituito in passione. Incredibile. Chi l’avrebbe mai detto? A Torino, sponda Juve, trovano il modo di dirsi addio senza tirarsi gli “stracci” mentre a Roma invece volano gli “stracci”.

Il calcio sta cambiando, d’accordo. Ma l’addio alle “bandiere” dovrebbe essere diverso rispetto ad un qualsiasi altro calciatore del club. Non freddo. Imbastire un addio non è mai cosa semplice ma l’unica cosa che conta è farlo bene. Daniele De Rossi lo meritava e o merita.