Ventura: “Dispiaciuto per De Rossi, soprattutto per come è avvenuto”
Giampiero Ventura, ex CT della nazionale, ha commentato l’addio alla Roma di Daniele De Rossi. Questo le sue parole ai microfoni di soccermagazine.it:
Negli ultimi giorni si sta facendo un gran parlare dell’addio di De Rossi alla Roma. Lei che l’ha avuto come giocatore, che sensazioni ha in merito? Quanto le dispiace?
“A me dispiace – gliel’ho anche detto – soprattutto per come è avvenuto. Perché poi, sai, bisogna esserci dentro, bisogna capire le dinamiche, perché chi da fuori traccia i giudizi a volte rischia di dire delle cose non corrette. A me dispiace per come è avvenuto, perché se De Rossi avesse lasciato il calcio di sua iniziativa avrebbe avuto un senso. Se gliel’avessero comunicato alla fine della stagione sarebbe stata una scelta di società che andava comunque rispettata. Sinceramente mi hanno stupito molto i tempi, poi – ripeto – non si può entrare in merito alle dinamiche di una società perché bisogna esserci dentro. Sono dispiaciuto soprattutto per come è avvenuto perché De Rossi, dopo Totti, è in assoluto un grande giocatore, al di là di essere un uomo con la “u” maiuscola e dopo Totti è diventato la bandiera della Roma. Una bandiera non dico che avesse il diritto di avere il contratto, ma il diritto di avere un rispetto magari diverso, con un comportamento e dei tempi diversi, secondo me. Questo credo che sia quello che ha colpito veramente, al di là della scelta che è una scelta societaria e quindi è difficile entrarvi in merito“.
In questi anni molti simboli del calcio italiano come Del Piero e Totti, ma anche altri giocatori come Marchisio, hanno dovuto lasciare le loro squadre quasi controvoglia. Secondo Lei, nel 2019, i tifosi devono rassegnarsi al fatto che il tempo delle bandiere è finito?
“Adesso non voglio dire una sciocchezza, ma con l’addio di De Rossi credo che siano finite le bandiere. Cioè, io non vedo grandi bandiere. Direi che in questi anni piano piano sian state tolte. Non è più un calcio di bandiere, è un calcio completamente diverso, in cui subentrano fattori completamente diversi. L’amore, l’affetto… per i tifosi sì, questa è chiaramente una grande perdita, però i segnali del calcio sono abbastanza evidenti. Uno vince la Champions da una parte e se gli offrono un contratto migliore se ne va dall’altra. È quasi impossibile ormai, nel calcio di oggi, essere una bandiera. De Rossi era forse l’ultima bandiera in Italia insieme a Pellissier, che pur facendo parte di una società più piccola è rimasto comunque una bandiera. Le bandiere non esistono più perché il calcio non permette più che esistano e questo non so se sia un bene o un male, perché il successo del calcio è l’affetto, l’amore che i tifosi hanno per questo sport“.