Poca incisività e meccanismi da oliare. La Roma parte in prima, ma si deve già cambiare marcia
INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – Anche la Roma, come quasi tutte le big del campionato (almeno finora), ha fatto il suo esordio in Serie A conquistando un solo punto sul campo del Cagliari.
AFFANNO – Nel primo tempo il motore dei giallorossi fa fatica ad accendersi. Gira a vuoto, senza dare la spinta giusta per poter ingranare la marcia. Manca lucidità e l’intensità non è delle migliori. Troppi errori negli ultimi 25 metri, con filtranti troppo lunghi ed un’intesa tra compagni non oliata come si deve. Fortunatamente il Cagliari non colpisce, anche se non ha mai rinunciato a pressare e giocare la propria gara. A dire il vero la prima occasione pericolosa della gara la costruiscono proprio i sardi, ma la conclusione di Marin non impensierisce Svilar. Sul fronte giallorosso si mettono in luce i nuovi acquisti Le Fée e Soulé. Il primo si fa vedere sia in interdizione che in fase offensiva con filtranti o inserimenti, purtroppo sterili e senza esito. Estro e voglia di incidere per Soulé, che forse per il voler strafare o forse per la giovane età commette errori di scelta che sono costati alla Roma il possesso della sfera. Quasi assente Dovbyk, che comincia con il freno a mano tirato dando l’impressione di essersi smarrito come un turista senza navigatore e portata di mano.
FERMI AL PALO – Nella ripresa la Roma entra in campo con un piglio diverso, desiderosa di prendersi l’intera posta in palio. Soulé e Zalewski sfiorano il vantaggio, ma prima Scuffet e poi l’imprecisione vanificano il tutto. Ma è al 55′ che la Roma sciupa la miglior palla gol creata fino a quel momento. Angeliño dalla sinistra crossa basso in area, Dovbyk esegue un velo sublime per l’accorrente Pellegrini che però rallenta la corsa e calcia quasi in caduta: tiro insidioso ma centrale con Scuffet che para. Girandola di cambi da ambo le parti con De Rossi che si gioca la carta Dybala. Ed è proprio suo il cross morbido che all’80’ trova Dovbyk in area, ma il colpo di testa dell’ucraino si infrange contro la traversa. Una sorte avversa che due minuti più tardi si accanisce anche contro il Cagliari, con Marin che prova la conclusione dalla distanza e Svilar tocca quel tanto che basta per deviare la palla sul legno. All’83’ la situazione sembrava essersi sbloccata, con Pellegrini abile a respingere in rete una respinta di Scuffet dopo un diagonale violento di Dovbyk; ma è tutto vano. Gol annullato, Pellegrini era davanti la linea dei difensori rossoblu quando era partita la conclusione. Rimane lo 0-0, che poi sarà anche il risultato finale del match.
TANTO LAVORO – La partita di Cagliari ha dimostrato che c’è ancora tanto lavoro da fare. Vanno trovati gli automatismi tra i reparti e tra i ragazzi in campo. Le corsie difensive andrebbero coperte meglio, poichè la Roma si è trovata spesso in inferiorità numerica e scoperta sulle ripartenze sarde. Davanti servirebbe più lavoro sugli inserimenti, per trovare i tempi giusti di passaggio e non sciupare delle potenziali occasioni pericolose. Tutte cose che non dobbiamo spiegare noi al mister De Rossi, che già oggi lavorerà con la squadra prima del giorno di riposo concesso per domani.
Fanno un pò riflettere le scelte di formazione iniziale, nello specifico Zalewski dal primo minuto invece che El Shaarawy. Una spiegazione potrebbe essere la voglia di giocarsi l’estro del “Faraone” nella ripresa con gli avversari più stanchi. Oppure per Zalewski è stata una prova per dimostrare il proprio valore prima di decidere se privarsene in questi ultimi giorni di mercato o poterci puntare un’altra stagione. Risultano però troppo tardivi i cambi di El Shaarawy ed Abraham, entrati in campo quando la gara non aveva quasi più nulla da raccontare.
Lasciano l’amaro in bocca le smorfie e le quasi lacrime di Dybala dopo il saluto ai tifosi della Roma. Possono significare tutto, come niente. Possono essere lacrime di addio come di consapevolezza che quell’amore non lo troverà più da nessun’altra parte. La verità non la sappiamo, forse non la sapremmo mai, pretendiamo che qualcuno ce la racconterà; ma intanto rimaniamo con l’amaro in bocca.
Un amaro più per l’occasione sciupata a Cagliari e per i tre punti mancati che per un addio di un giocatore. Perchè una cosa è sacrosanta: “Niente e nessuno è più importante della Roma”.