Te ne vai per la seconda volta ma stavolta te ne vai con la faccia cupa, da incazzato. Come quando perdevamo male le peggio partite in giro per l’Europa. Il tuo primo addio nel 2019 era stato sereno, senza pianto, consapevole, anche se pure lì non meritato.
Qui si spezza l’ennesimo sogno. Il sogno triennale che ti avevano fatto firmare per riportarci in alto.
Da Romanista tu ci hai provato, hai colto l’occasione al volo, sei tornato e ti sei ripreso la Roma. Le opportunità, quelle di cuore, vanno colte al volo e io avrei fatto lo stesso. Probabilmente però non eri pronto per essere solo al comando di una società che il sentimento non lo contempla. Ora la Roma è più un’azienda e non è più amore e passione.
Avresti meritato più affetto e considerazione ma il calcio purtroppo è cambiato.
Non c’è più spazio per i sentimentalismi, il pallone sta andando di pari passo alla vita.
Non sei quello che dovresti essere? Ok, allora avanti il prossimo. Vale per tutto. Amore, lavoro, calcio, tutto.
Non era il tuo e il nostro tempo. Ci sarà un tempo migliore? Chi può dirlo. Nella vita niente è mai come ti convinci di sapere. Tutto cambia. Forse allora ci rivedremo. Tu in panchina e noi a sostenerti come è sempre stato perchè nel frattempo quelle bandiere in Curva non le toglieremo mai. Lì, l’azienda non entra. Quello è sentimento. Si sentirebbero fuori posto e hanno il pudore di non venirci.
Ora non resta che augurarci un altro tempo. Magari più bello.