Era già un giorno strano perchè svegliarsi presto per non andare a lavoro o a scuola e presentarsi di buon ora allo Stadio Olimpico non era cosa da tutti i giorni. Si respirava aria di giorno speciale, i rossi sul calendario per i tifosi del calcio.
Che strano martedì, correre verso lo stadio accanto a bandiere giallorosse con il volto di Batistuta o le sciarpe con il nome Batigol in vendita per l’occasione.
Che strano martedì di giugno, siamo in tredicimila in Curva Sud e appena Gabriel Omar Batistuta esce dal boccaporto dello Stadio partono i primi boati e i primi cori. Era caldissimo per essere giugno ma di quella calura inaspettata non fregava nulla a nessuno.
Batigol arriva verso la curva, sventola la maglia giallorossa della stagione precedente, CarloZampa lo presenta da par suo e come solo lui sapeva fare. Parla, dice poche parole Batigol. Promette cose importanti e lancia un pallone che di lì a pochi minuti diventerà un cimelio per chi lo afferrerà al volo. Non io purtroppo. Ero troppo in alto. Peccato.
Sembrava un’incoronazione stile PauloRobertoFalcao e di lì a qualche mese quello sarà. L’entusiasmo a Roma non conosce freni: che follia fantastica.
Che strano martedì di giugno, ci ho ripensato sempre. Ogni anno ci ripenso perchè probabilmente è stato il miglior martedì della mia vita. O almeno migliore di tanti altri.