Paulo Dybala: “La vittoria del Mondiale stato un momento indimenticabile”
Paulo Dybala, attaccante della Roma, è intervenuto al programma di Television Public, chiamato Llave a la Eternitad, parlando dell’infortunio che gli è capitato prima del Mondiale: “All’inizio non era chiara la gravità, quando ho fatto gli esami e i medici mi hanno comunicato l’entità dell’infortunio mi è caduto il mondo addosso. È stato un momento duro. Il dottore mi ha detto che la lesione era al limite e lì ho capito che avevo ancora una possibilità. Mi sono detto che dovevo lavorare tranquillo, fisicamente e mentalmente. I dottori mi hanno aiutato tantissimo e i risultati sono pian piano arrivati. Poi è arrivata la settimana della sfida contro il Torino: io mi sentivo bene, già mi stavo allenando con la squadra e quindi ho detto a Mourinho: ‘Devi farmi entrare, devi farmi entrare’. ‘Sì, ho capito che vuoi giocare’, la sua risposta. Per me dipendeva tutto da quella partita, dovevano vedere che stavo bene. La lista dei convocati era uscita qualche giorno prima di Roma-Torino, Mourinho mi ha chiesto quanto volevo giocare e io ho risposto: ’20-30 minuti’. Stavamo perdendo e lui mi ha comunque fatto giocare 30 minuti. Ho giocato e mi sono sentito bene”.
Com’è stato tirare un rigore in una finale Mondiale?
“Sono stato molto freddo dal dischetto, quando la palla è entrata ho perso 10 kg dalla tensione. Appena ho visto la palla entrare in rete mi sono girato a guardare e a festeggiare con la mia famiglia che era in tribuna. Il primo che ho abbracciato dopo il rigore è stato Messi, poi dopo il rigore di Montiel hanno iniziato a correre tutti da una parte e dall’altra, abbiamo esultato tutti insieme, è stato un momento indimenticabile”.
Che emozione è stata?
“Ero già tornato in Italia. Stavamo guardando un film con Ori ed è stata la prima notte in cui ho pianto pensando al Mondiale e a mio padre, che non era con me mentre alzavo la Coppa. Mi sono tornati in mente molti ricordi, perché penso che se qualcuno meritasse di essere lì quella notte fosse mio padre, per tutto lo sforzo che ha fatto per farmi realizzare il mio sogno”.
Che significato può dare alle lacrime dopo la vittoria?
“Il film è finito e abbiamo cominciato a parlare un po’, e all’improvviso è arrivato tutto. Era da tanto tempo che non piangevo così tanto, davvero tanto. Oriana non capiva cosa mi stesse succedendo e io non riuscivo a spiegarle perché stavo solo piangendo. Quando sono riuscito a dirle, sono caduto un po’ da tutto ciò che era successo ed è stato il non aver potuto condividere qualcosa di così grande (intende con suo padre, ndr), perché ho avuto la fortuna di vincere titoli, alzare trofei e ognuno è speciale per qualche motivo, ognuno mi ha lasciato qualcosa, ma questo è qualcosa che non ha paragoni con nient’altro. Credo che se qualcuno avesse meritato che ci scattassimo una foto o alzassimo la Coppa, o gli dessimo un bacio a quel trofeo, sarebbe stato lui, perché ha fatto di tutto affinché realizzassi il mio sogno, ogni capriccio. Sarebbe stato unico, ma comunque c’era anche mia madre, che è incredibile”.
E durante i festeggiamenti che ha pensato?
Nella fase a gironi ero al 50%. Durante i festeggiamenti Samuel è venuto e mi ha detto ridendo: ‘Sei un figlio di p****na…, non stavi bene, abbiamo visto le prime partite dell’allenamento e non potevi muoverti’. Sono onesto, non potevo muovermi”.
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