La Roma non convince a pieno, ma conquista l’intera posta in palio. Huijsen gioia e dolori, Azmoun torna a sorridere
INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO – Ieri sera, a Frosinone, la Roma non ha disputato una delle sue migliori partite. Anzi, nel primo tempo è stata artefice di una prestazione davvero brutta, ma nonostante ciò è arrivata la vittoria con un tondo 0-3 finale.
HUIJSEN, NEL BENE E NEL MALE – Nel primo tempo il protagonista, sia in positivo che in negativo, è stato Dean Huijsen. Il giovane difensore olandese, imbeccato dai fischi di matrice giallo-azzurra, perde la solita concentrazione e sbaglia molto. Appoggi errati, passaggi sui piedi degli avversari e coperture blande. Vuoi che la classe di Soulé è emersa nuovamente, vuoi che tutta la Roma non era lucida, si è sofferto più di quanto ci si aspettasse.
Lo ammette lo stesso De Rossi al termine della partita: “Mai sofferto così tanto come stasera. Non possono mangiarci così nel primo tempo”.
Una frase che racchiude l’essenza dei primi 45 minuti di gioco. Il Frosinone ci crede e ci prova, con Svilar che tiene a galla la Roma. Una prova sublime dell’estremo difensore giallorosso, che esce con i tempi giusti limitando i danni. Su Kaio Jorge è proprio Svilar che compie il “miracolo”, ribattendo il primo tiro e andando subito a chiudere la distanza tra lui e l’attaccante frusinate per impedirgli di vedere lo specchio. Ne esce un batti e ribatti in area con successiva conclusione a lato del brasiliano. Qualche minuto prima aveva compiuto una prodezza su Soulé, spingendo bene sulle gambe e togliendo la palla che era destinata all’angolino basso alla sua destra. Una padronanza tra i pali che ripaga la scelta di De Rossi, che lo sta preferendo a Rui Patricio.
A circa dieci minuti dalla fine del primo tempo sale in cattedra Huijsen, che prende palla e la porta fino alla trequarti avversaria, salta due difensori e di destro batte Turati. Un gol meraviglioso, più da fantasista puro che da difensore centrale, rovinato dall’esultanza del ragazzo che porta il dito davanti la bocca per zittire lo Stirpe. Giusta l’ammonizione, sbagliato il gesto di un ragazzo bersagliato dai fischi e poco lucido nell’esternare la sua “rabbia”.
PRATICA CHIUSA – Nel secondo tempo De Rossi preferisce, anche se a malincuore, togliere Huijsen già ammonito e nervoso per inserire Llorente. Esce anche Lukaku, non molto in partita, per Pellegrini; con Azmoun spostato nella posizione di prima punta. Una scelta che non paga subito, poiché il Frosinone ci crede e prova a cercare il pareggio ma con imprecisione. Entra anche Celik al posto di Kristensen per dare maggiore spinta sulle fasce, ma il secondo gol arriva per vie centrali. Nasce tutto dai piedi di Cristante che si trova la strada spianata davanti e prova un rasoterra su cui Turati respinge, la sfera arriva precisa sui piedi di Azmoun che da due passi non può sbagliare e sigla lo 0-2. Il Frosinone crolla e la Roma ne approfitta con Baldanzi, il cui tiro viene respinto con il braccio da Okoli. Interviene il VAR e Guia, dopo un’attenta revisione assegna il calcio di rigore per i giallorossi. Sul dischetto va Paredes che sorride alle parole sussurrategli da Soulè ma non si lascia intimorire; palla nell’angolino basso e la Roma chiude la pratia Frosinone.
Una partita dalle due facce per la Roma, che nonostante il turnover e la prestazione opaca del primo tempo si porta a casa i tre punti. Benissimo Svilar, che “mette in tasca” la fiducia dimostratagli da De Rossi e pensa solo a fare il suo dovere. Autoritario sulle uscite alte, riceve anche i complimenti da parte dei compagni, consci di avere minor lavoro da fare se un portiere sventa sul nascere le minacce. Benino Huijsen, autore di un grande gol macchiato da un gesto “di pancia” di un ragazzo appena approdato tra i professionisti. Bene De Rossi, che si prende le colpe per il brutto primo tempo ma riesce a invertire la rotta con i cambi. Da belle speranze la prova di Baldanzi, non ancora al 100% nella sua nuova veste giallorossa ma già capace di far vedere barlumi di luce che fanno ben sperare per le prossime partite. Da applausi il gesto di Azmoun, che chiede scusa ai tifosi di casa per il gesto di Huijsen ribadendo come il calcio (e lo sport in generale) siano prima di tutto rispetto per l’avversario anche se in campo prevale l’agonismo.
Bene la Roma in generale, che si permette di limitare la partita di Lukaku a 45 minuti di gioco o di lasciare in panchina calciatori come Dybala, Bove e Spinazzola senza snaturarsi. Ed ora testa al campo di allenamento di Trigoria ed al Feyenoord, consapevoli che giovedì ci sarà una notte europea da vivere ed un ottavo di finale da conquistare.
a cura di Federico Falvo