Conferenza Stampa Mourinho e Belotti: “Il Betis è una squadra di qualità, sarà una partita difficile. Dybala gioca”
José Mourinho ed Andrea Belotti sono intervenuti in conferenza stampa alla vigilia del match di Europa League contro il Betis Siviglia:
PAROLE MOURINHO
Che tipo di difficoltà si aspetta? Come sta Dybala?
“Dybala sta bene e gioca. La difficoltà è quella di giocare contro una squadra di qualità con identità chiara e filosofia propria, con un allenatore di esperienza. È una squadra che ha vinto e non è facile vincere in Spagna se non sei una delle squadre top. È una partita difficile, ma lo sarà anche per loro. Undici contro undici più 60mila e speriamo che facciano il loro perché la prossima settimana nel loro stadio i tifosi giocano tanto. Mi fido dei miei undici, di chi sarà in panchina e mi fido tanto di chi sarà in panchina“.
Vede Zalewski anche dietro le punte?
“Può giocare ovunque, conoscete la sua formazione. Si è trasformato in questo giocatore, bravo, anche in Nazionale dove il livello è alto gioca in questa posizione. Lui si sente a suo agio, anche la squadra, è molto importante per noi. Se sta in panchina o in campo non cambia nulla, è molto importante per noi“.
Lei potrebbe essere l’allenatore più vincente in Europa?
“Non è uno stimolo in più, sono orgoglioso delle 106 vittorie e se dovesse arrivare la 107 sarò sempre orgoglioso della mia carriera. Ma questa è una cosa per passare il tempo dopo la carriera, ma in questo momento l’unica cosa che mi interessa è vincere sempre la prossima. La prossima è domani, la partita è difficile e di livello alto. Voglio vincere perché abbiamo bisogno di punti, ne abbiamo solo 3 e non bastano“.
Si può giocare anche con due punte?
“I giocatori bravi possono giocare insieme, non è mai un problema. Lo è per gli allenatori trovare il modo di farli giocare insieme. Per fare un altro esempio, all’inizio per tanti di voi, principalmente quei fenomeni che parlano in radio e non vengono mai qui, sembrava impossibile far giocare insieme Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham. Purtroppo per gli infortuni lo abbiamo fatto poco, ma quando lo abbiamo fatto la cosa ha funzionato. La questione è trovare un modo e il momento di farlo, ma per una squadra giocare contro una buona Roma, perché serve una buona Roma, con Tammy e Belotti insieme non è facile“.
È un’opportunità?
“Ogni partita è un’opportunità, non voglio dire chi giocherà domani. In questo momento il Betis è una squadra con una ricchezza di soluzioni, con tanti giocatori, non sappiamo se faranno dei cambi rispetto al campionato. Come il mio collega non dirà chi giocherà, io non faccio commentare sulla nostra squadra. È una gara difficile, undici contro undici più 60mila“.
Zaniolo segna di più in Europa che in Serie A, è un caso o c’è qualche ragione?
“Gli avversari si preoccupano di lui, non è egoista e il suo modo di giocare lo porta a prendere decisioni individuali ma non è egoista e non risparmia energia per averla nella fase decisiva, cioè nella finalizzazione. Lavora tanto difensivamente per la squadra e uno che lavora tanto come fa lui è normale che non segni 20 gol a stagione. Non mi stanco di ripetere che è un giocatore veramente importante per noi. Se segna di meno o di più, non è una situazione drammatica per me. Magari in Serie A le squadre, tranne Leicester e Betis, hanno un livello superiore rispetto a quelle affrontate in Conference ed Europa League“.
Quanto è importante per la crescita della squadra aver fatto 4 punti tra Inter e Juve? Quanto c’è di quello che vuole della mentalità nella frase di Mancini “siamo più forti”?
“Abbiamo perso quattro punti con Atalanta e Udinese che l’anno scorso abbiamo preso. In modo pragmatico non abbiamo guadagnato e perso nulla, ma dal punto di vista emotivo è importante arrivare in questi stadi contro squadre top e fare risultato. È un feeling diverso, ne abbiamo parlato prima della partita. Con l’Atalanta perdi ma esci con una sensazione di superiorità, abbiamo giocato con fiducia. Prima dell’Inter ho messo sul tavolo questa questione: vincere o perdere, ma uscire da quello stadio con una sensazione di equità e non inferiorità. I giocatori hanno fatto un’ottima partita, sono punti che per noi portano qualcosa in più a questo livello. Mancini è un trascinatore, uno con voce, capace di parlare nel momento giusto e sono contentissimo di quello che hanno fatto i ragazzi“.
Come sta Pellegrini? Con l’Inter ha visto la partita sul pullman?
“Non era pullman. A San Siro il pullman va sotto e non volevo stare lì. Era un bel van“.
Ma perché?
“Mi piaceva sentire il rumore dello stadio, si capiva tanto. Quando era gol dell’Inter, della Roma o quasi gol. Anche senza guardare la partita bene“.
Si soffre di più sul van?
“Lì è peggio e dura, in partita stai giocando“.
Pellegrini come sta? Giocherà domani?
“Vediamo, qualche volta sapete più di me. Dobbiamo allenarci e sentire anche lui. Sa che per noi è fondamentale, lo conosco bene e se dice ‘no’ è ‘no’. Se dice che è disponibile, mi fido. Con lui non c’è perdita di tempo, è obiettivo e la fiducia è altissima. Più che aspettare il dipartimento medico aspetto lui: la sua parola decide tutto“.
PAROLE BELOTTI
Che effetto ti fa l’affetto dei tifosi?
“Mi fa molto piacere perché penso si sia capito il mio entusiasmo, la mia voglia di venire qui. Nonostante abbia giocato ancora poco, sto cercando di dare il mio contributo per quei piccoli spezzoni che ci sono stati o anche partite da titolare. Penso tanto al collettivo, cerco di dare anche il mio contributo quando non gioco. In una squadra con tante partite e tanti ragazzi c’è bisogno di una parola, un conforto e una strillata. Cerco di essere il più utile possibile in base alla posizione in cui mi trovo“.
Il mister ha detto che potete giocare insieme tu e Abraham, c’è voglia e possibilità di vedervi insieme?
“Ci alleniamo sempre in base alle esigenze del mister, è lui che prepara le partite e tutto focalizzato alla partita successiva. Dobbiamo solo farci trovare pronti, c’è stato solo uno spezzone di partita con l’Helsinki dove abbiamo giocato insieme. Anche durante gli allenamenti ci proviamo, ma sono scelte del mister e si gioca ad una o due punte dobbiamo farci trovare pronti“.
Mi ha colpito l’immagine durante Roma-Atalanta dove nel tunnel hai rincuorato Abraham. Come potete integrarvi?
“È una domanda per il mister, abbiamo un modo di giocare differente, è un discorso tecnico. Abraham è un attaccante della Nazionale inglese, è un’opportunità quella di confrontarmi con lui, è uno stimolo personale perché so che per poter giocare devo dimostrarlo sempre in allenamento e in partita. Sapendo che c’è un attaccante forte devo dimostrare di più. Mi dà carica e forza“.
Sei rimasto durante la pausa ad allenarti a Trigoria, vedremo un altro Belotti? Ti serviva questa fase di allenamento considerata l’estate che hai vissuto?
“Mi è servita tanto per allenarmi, mi sono fermato anche qualche giorno in più perché pensavo potesse far bene al mio corpo. Sapevo che, avendo iniziato più tardi dei miei compagni, ci sarebbe voluto tempo per la condizione migliore. Quando c’è stata la possibilità di fare qualcosa di più in allenamento l’ho fatto, come durante la sosta. Adesso mi sento bene, ma il giudizio lo dà sempre il campo e le parole le porta via il vento. Quando in campo fai la prestazione che devi significa che stai bene“.
Per te che sei un grande centravanti cosa significa essere allenato da Mourinho che ha avuto ai suoi ordini grandi centravanti?
“Per me è un onore. Non conosciamo adesso Mourinho ma lo conosciamo nel lungo tempo, parlano la sua storia e i suoi titoli. La cosa che fa impressione è che ogni giorno abbia una voglia di vincere superiore rispetto al giorno precedente. Ritrovarmi qui ed essere allenato da lui può essere solo un aiuto, può darmi consigli e direzioni giuste per potermi migliorare“.