Conferenza Stampa Mourinho: “E’ più importante giocare che parlare. Mi aspetto i ragazzi giochino per vincere”
José Mourinho, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del Derby contro la Lazio:
Nella sua carriera ha già vissuto 119 derby. Questo come se lo immagina?
“I numeri solo voi li conoscete, io non li conosco. Anche i numeri sulle mille panchine le conoscevo grazie alla stampa. Sono tutte partite belle da giocare, che preoccupano un allenatore. Perché non bisogna motivare, non bisogna stare attenti con i giocatori più o meno concentrati. Sono belle da giocare e da preparare. Non esistono questo tipo di problemi. Magari contro l’Udinese ci sono delle preoccupazioni. Ma nel derby la gente è al 100% nella partita. In questo senso è bello da giocare e preparare. Mi aspetto dalla mia squadra che giochiamo per vincere, che non possiamo vincere sempre, che dall’altro lato c’è una squadra con le nostre stesse ambizioni, ma vogliamo vincere e quando non vinciamo voglio uscire dal campo con la sensazione che i ragazzi hanno dato tutto“.
La Roma attuale è la squadra meno forte che ha allenato, crede che questa sia una delle sfide più importanti della sua carriera?
“Una sfida diversa. Una sfida senza dubbi. Quando abbiamo parlato la prima volta dal primo minuto non ho avuto alcun dubbio. Sappiamo dove siamo e dove vogliamo andare e come. Io ho avuto già delle squadre prima con qualche dubbio. Qui non ci sono dubbi. Non è la squadra più difficile, è la sfida più difficile“.
Per lei il derby è solo una partita da tre punti o ha uno slogan per questa partita?
“No. Rispetto Zeman e Rudi ma non vado a commentare le loro parole nè vado a dire che mi identifico più con l’uno o l’altro. E’ più importante giocare che parlare. Le parole possono andare al vento. Perché parlare? E’ quello che l’esperienza mi dice. L’ora della verità è là, qui è per rispetto vostro però le parole sono di circostanza. Domani, là dentro dal primo minuto“.
E’ molto importante il lavoro di Pellegrini in fase difensiva. C’è un giocatore che ha queste caratteristiche per domani?
“Di Pellegrini ce n’è uno solo. Non volevo parlare di questo e ora ne parlo. Per me non è facile parlarne. Potevo anche dire che questa gara di domani si è iniziata a giocare al 90 contro l’Udinese. Avere Pellegrini è una cosa, non averlo è un’altra. Lui ha leadership e trascina la squadra, fa bene il capitano. Però non c’è. La tua domanda vuole arrivare a chi gioca o non gioca. Però non te lo dico. Molto onestamente non commento perché non lo dirò“.
Quale pensa possa essere l’apporto dei tifosi romanisti? Che atmosfera sta vivendo?
“Quello che mi ha colpito di più è stato come la gente è stato prima dell’Udinese dopo la sconfitta. Questo mi ha fatto capire che c’è empatia. Dopo la vittoria l’empatia a volte è artificiale, va via con un risultato negativo. Invece abbiamo perso senza giocare bene e in pullman in momenti delicati della gara è lì che si sente questa empatia. I tifosi meritano tutto da noi. Ma i ragazzi anche meritano tutto da loro e questo esiste. I ragazzi in ogni minuto in campo, giocando bene o male, stanno rispettando la passione che la gente ha. Al 100% i tifosi sentiranno domani che la squadra giocherà per la nostra professionalità ma anche per la loro passione“.
In oltre mille panchine, le era mai capitato di trovare dei tifosi che chiedessero alla squadra di perdere come in quel Lazio Inter del 2010? Già li aveva capito qualcosa di questa rivalità?
“Sono qui da pochi mesi, devo vivere di più, devo capire di più al dettaglio delle cose. Una cosa è sentire un’altra è essere dentro e capire tutto. Però la rivalità è una cosa bella al 100%. Questa è la normalità della rivalità. Per questo mi piace giocare il derby. E’ un privilegio per me giocarne uno nuovo ed è un privilegio per me provare questa esperienza per capire cosa sia un Lazio Roma o un Roma Lazio. Ma io voglio che la mia squadra abbia più ambizione rispetto che vincere un derby. Non è l’unico obiettivo della stagione. Mi ricordo di quella partita: abbiamo vinto 2-0 e tu potevi sentire che i tifosi laziali non appoggiavano la loro squadra. E’ una cosa che senti, ma mi sembra che l’Inter ha vinto lì come ha vinto tante gare in quella stagione“.
Lei era considerato come antipatico in passato…E’ cambiato il suo modo di comunicare? O gli avversari hanno meno paura di lei?
“Dimmi un motivo per il quale in questi due mesi dovrei litigare. Ancora non mi è arrivato. L’unica cosa che mi ha dato un feeling negativo è stato l’espulsione di Pellegrini. Ma che faccio? Vado a litigare con l’arbitro che mi espelle e cosi domani non sono in panchina? Devi controllare la frustrazione. Quando la situazione arriverà arriverà. Ma non la devo cercare io. Io rispetto la gente e la gente mi rispetta. Non c’è un motivo per litigare con nessuno“.
Sta utilizzando 11-12 calciatori. Qual’è la motivazione? Che devono fare le seconde linee?
“Io non vado a litigare con te. Però la domanda che mi fai sarebbe la stessa domanda al contrario se io faccio giocare venti giocatori e mi chiedereste: “Perché cambia cosi tanto?”. C’è sempre questo. All’inizio la gente va verso la stabilità e non c’è ancora stanchezza. Più avanti ci sarà tempo per fare turnover. La mia è una opzione ovvia. Abbiamo bisogno di stabilità e fiducia. Tanta gente è giovane, hanno bisogno di tempo. Non è preparatissima per entrare direttamente ma ha bisogno di più tempo e stabilità. Mi sembra un processo assolutamente normale“.
Servirà più il coraggio di attaccare o più attenzione a difendere?
“Con palla vogliamo giocare e aggredire, segnare se possiamo. Senza palla si deve rispettare l’avversario che è una squadra di qualità che ha un modo offensivo di pensare il gioco. E’ difficile vincere una partita se sei bravo in una fase di gioco e dimentichi l’altra fase. Per vincere domani servirà una partita completa perché giochiamo contro una squadra di qualità“.
La Lazio pressa alto. Quanto sarà importante giocare sotto pressione?
“E’ una buona domanda. Ma è un tipo di domanda alla quale non piace rispondere. Rispondere significa toccare un punto chiave. Tu hai analizzato la filosofia del nostro avversario, bravo. Ma non vado a parlare di quello che vogliamo fare. Posso dire solo una cosa basica: senza palla vogliamo difendere, con la palla vogliamo segnare“.
“Scusate, è un momento difficile per famiglia Zalewski. In questo momento siamo tutti con lui. Vediamo domani ma sarà decisione sua se può giocare o no. E’ importante che sia lui a decidere in accordo col suo modo di iniziare a convivere con un mondo nuovo per lui che è un mondo senza il suo papà. Io lo voglio per domani ma vediamo quello che dice lui. E visto che vi siete dimenticati una domanda chiave se Vina ci sarà o no. Io penso che Vina ci sarà“.