Conferenza Stampa Mourinho: “Non è una sfida tra me e Allegri. E’ Juventus-Roma”
Josè Mourinho, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro la Juventus:
Oggi Abraham si è allenato, può giocare?
“Vediamo. L’allenamento di oggi è poco, però viene con noi e domani vediamo. Migliora giorno dopo giorno“
Dubbio su Vina?
“Non è in dubbio, sta bene“
La Juventus è una candidata per il titolo?
“Questa è una domanda per Max, non per me. La Juventus è una squadra di venti bravi giocatori, con esperienza e qualità, con un grande allenatore con grande esperienza. Sono una candidata per lo Scudetto“
Villar è out dai convocati? C’è un problema tra voi?
“Siamo 23 giocatori più portieri, perché mi chiede specificatamente di Villar? Non è vero che non è convocato, qualcuno lo ha visto mezz’ora fa andare fuori da Trigoria e magari è giunto a questa conclusione sbagliata. C’è, sarà in panchina. Lavora bene, sta facendo uno sforzo importante per adattarsi al mio modo di pensare il calcio. Per lui l’anno scorso era più facile giocare, ne aveva cinque dietro e il lavoro a centrocampo era diverso. Sono contento di lui, avrà opportunità per giocare. Magari già domani, ma parte dalla panchina“
Juve-Roma la partita con gli allenatori più vincenti. Ha senso la distinzione giochisti-risultatisti?
“È un concetto un po’ strano. Quelli chiamati risultatisti sono quelli che hanno vinto, altrimenti non puoi chiamarli così. Risultatista non è un aggettivo negativo. Io e Max abbiamo vinto qualcosa e questa è una cosa positiva, non è essere risultatisti questo, grazie a dio possono chiamarmi così. Nessuna sfida tra me e Max, non è una sfida tra me e lui, è Juventus-Roma. Nel passato era Juve-Manchester, poi Inter-Cagliari, non c’è Mourinho-Max. Mi farà piacere salutarlo prima e dopo la partita al 200%, c’è rispetto, c’è stima, siamo stati insieme tante volte nelle riunioni in Svizzera, a Nyon, non si può dire grande amicizia perché i contatti non sono sufficienti per questo, ma abbiamo un buon rapporto e sono felice che sia tornato a lavorare. Per lui è stato troppo tempo di vacanza“
Pensa all’accoglienza che le riserverà lo Stadium? Preoccupato per Orsato?
“Riguarda tutti gli arbitri: prima del match io sono sempre contento dell’arbitro, non mi interessa il passato, o i precedenti o i risultati prima. Mi fido di tutti, parto dal principio che sono tutti bravi e tutti vogliono fare bene. Orsato ha una grande esperienza, sono tranquillo e felice. Dopo la partita qualche volta loro sbagliano e non sono felice e la critica esce, ma come critica normale, prima della partita sono sempre contento degli arbitri e domani non è diverso, Orsato ha tanti anni di esperienza, non ho problemi. L’accoglienza sarà quella di sempre, forse diversa non lo so, l’ultima volta ho avuto una reazione un po’ criticata ed è stato strano, ci si è dimenticati di quello che è successo per 90 e si è pensato solo a quello. Non è un dramma“.
Abraham sta meglio, gli altri due centravanti come stanno?
“Stanno bene e se devono giocare giocano. Non è un dramma per noi. Ci sono posizioni in rosa che quando manca il titolare siamo in grande difficoltà, tipo di difficoltà che le grandi squadre in genere non hanno perché c’è equilibrio in rosa. Nel nostro caso se non gioca Tammy abbiamo due attaccanti perfettamente in condizione di giocare e nessun problema“.
Per lui la partita con la Juve è come tutte le altre o è diversa? I tifosi del Newscastle ha definito lei come uomo ideale per ricostruire la squadra
“Sul Newcastle niente da dire, solo che ho avuto una connessione emotiva con quella squadra e quella città perché ho lavorato con una delle persone più importanti della storia del club. Sono felice di essere qui, del progetto Roma e Friedkin. Se sento particolarmente questa partita? La sento come le partite che mi piace giocare di più, ma non per qualche motivo in particolare, perché sono grandi partite. Sono sempre tre punti in palio, vincere con chi è in fondo alla classifica dà sempre tre punti, ma giocare contro squadre con giocatori di qualità è una sfida che piace a tutti”.
L’anno scorso la Roma è arrivata a 16 punti dalla Juventus: sente di aver ridotto questo gap? Cosa bisogna fare per farlo?
“Il campionato è iniziato qualche settimana fa. A volte è difficile rispondere perché sembra che io ripeta sempre le stesse cose. Una cosa è una squadra è che gioca per vincere la Champions e un’altra è una che gioca per vincere la Conference League, una cosa è una squadra che gioca per vincere 10 campionati di fila e un’altra è una squadra che ne vince 0 in 10 anni, una cosa è una squadra che ha lavorato con Max 10 o 8 anni e un’altra cosa è una che ha lavorato con un allenatore arrivato da 3 mesi, una cosa è una rosa con 25 giocatori con esperienza internazionale e un’altra è una rosa con 13-14 calciatori e poi ragazzi bravi, ma quando inizia la partita siamo in campo 11 vs 11 e fino all’ultimo secondo tutto questo si deve dimenticare. Principalmente noi, dobbiamo dimenticarlo e avere la personalità e il coraggio di arrivare lì e fare la nostra partita”
Lei è abituato a vincere queste partite, la Roma no. Ha cambiato qualcosa nello spogliatoio per questo?
“L’unica cosa che posso paragonare è il pragmatismo del risultato. Tu puoi dire che l’anno scorso abbiamo fatto questo e questo, quest’altro questo o questo, seguendo il pragmatismo dei numeri. Per far crescere la squadra sono concetti diversi che non posso dire. Abbiamo un piano di gioco, difficile lavorare tutti insieme perché non eravamo tutti insieme, oggi non abbiamo fatto praticamente niente e abbiamo lavorato individualmente. Sappiamo con chi giochiamo, Max sa già con chi giochiamo noi, non sa solo se gioca Tammy, Shomurodov o Borja, per noi è impossibile sapere chi giocherà per loro, anche se hanno fuori Dybala, Rabiot…hanno tante opzioni con tante funzionalità. Per noi è più difficile preparare la gara contro loro. Noi prepariamo la partita per noi e per il nostro futuro, più che per l’ossessione per la partita di domani. Non voglio andare a Torino e pensare in un modo diverso da quello che è il nostro pensiero di squadra, andiamo lì per giocare e se non vinciamo voglio che sia per colpa della Juventus e non per colpa nostra. Tutte queste differenze di storia, status, potenziale domani a inizio partita vanno dimenticate“
Allegri non ha paura di abbassarsi negli ultimi 30 metri, pensate di cambiare piano di gioco?
“Non è risultatismo questo, è talento. Se cambierà il nostro gioco? È normale, quando dico che non voglio perdere la nostra identità gioco non vuol dire che voglio regalare alla Juventus quello che vogliono avere. È dialettica del gioco. Durante la partita anche a me piacere leggere e cambiare in corsa, per me è più difficile che per lui”.