Da Trentalange alle ‘carte’ di Totti passando per il ritardo di De Rossi, quant’è dura Bergamo per noi
INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Domenica prossima, ore 15, presso lo stadio Atleti Azzurri d’Italia di Bergamo, la Roma di Eusebio Di Francesco sfiderà la compagine orobica allenata da Gian Piero Gasperini nel tentativo di offrire ulteriore continuità a un filotto di vittorie che, compreso il successo negli Ottavi di Coppa Italia contro la Virtus Entella, vede i giallorossi in serie positiva da quattro partite.
L’impegno non si preannuncia dei più facili, innanzitutto per l’eccellente stato di forma attraversato attualmente dall’Atalanta, reduce da una sonora cinquina in quel di Frosinone e più in generale da quattro vittorie e un pareggio (conseguenza di una comunque ottima prestazione contro la Juventus di CR7) nelle ultime sei giornate di campionato. Inoltre, i nerazzurri hanno pure brillantemente superato il proprio turno nella coppa nazionale, andando ad espugnare la Sardegna Arena di Cagliari per 2-0 all’inizio del mese.
Come se non bastasse, si aggiungerà anche la caldissima atmosfera offerta dai tifosi padroni di casa, che attendono ogni anno la sfida tra le mura amiche contro la Roma come fosse un vero e proprio derby.
A testimonianza di ciò, è difficile dimenticare l’episodio avvenuto nell’estate del 2013, quando, in occasione della presentazione ufficiale della squadra, gli ultras atalantini prepararono un ingresso ‘a effetto’: l’ex bandiera Stromberg e l’allora centrocampista orobico Migliaccio entrarono in scena su un carro armato, finito poi a scontrarsi contro un’automobile con la scritta ‘Roma M…’.
La formazione di mister Di Francesco, tuttavia, dovrà badare unicamente al campo e non lasciarsi intimorire dall’ambiente, poiché le grandi squadre è così che si comportano e il vero problema, semmai, dovrà unicamente essere legato alla sfera tecnico-tattica del match.
Ad ogni modo, c’è da dire che l’Atleti Azzurri d’Italia è storicamente sempre stato difficile terra di conquista per i protagonisti con la lupa sul petto.
Negli ultimi vent’anni, complice anche la spesso assai differente (in favore della Roma) cifra tecnica tra le due squadre, il bilancio di vittorie della squadra capitolina è migliorato, ma fino a metà degli anni Novanta Bergamo per la ‘magica’ era realmente un tabù.
È sufficiente evidenziare che dopo il successo per 2-0 nel primo confronto assoluto nella massima serie tra Roma e Atalanta (stagione 1937/38), i giallorossi tornarono a vincere in quel di Bergamo unicamente dopo quindici anni.
Lo stesso avvenne a partire dalla stagione 1952/53, annata in cui i capitolini centrarono appunto il secondo successo della propria storia contro gli orobici; sarebbero serviti altri tredici anni per assistere a una nuova vittoria romanista in terra bergamasca.
Dopo circa un trentennio di sostanziale equilibrio, la Roma ha poi iniziato a far sentire pesantemente la propria voce all’Atleti Azzurri d’Italia. Negli ultimi sedici confronti in Serie A, infatti, i giallorossi hanno ottenuto nove vittorie, tre pareggi e quattro sconfitte.
Il dato viene raccolto a partire dalla stagione 1996/97, quella del ‘fenomeno’ argentino Carlos Bianchi in panchina per intenderci (anche se in quell’occasione in panchina c’era la coppia Liedholm–Sella, che sostituì proprio l’ex Velez), quando ebbe inizio una mini-serie di tre vittorie consecutive a Bergamo contro i padroni di casa (le successive due volte in cui la Roma conquistò i tre punti furono nell’anno seguente con Zeman al timone e poi nell’anno del tricolore sotto un diluvio universale e tanto fango con i gol di Delvecchio e Tommasi).
Nel corso di questo spazio temporale, tuttavia, sono arrivate anche alcune pesanti cadute, seppur per ragioni diverse.
Il 19 gennaio del 2003, ad esempio, la Roma di Fabio Capello si recò a Bergamo per sfidare la formazione nerazzurra allenata da Giovanni Vavassori e cadde 2-1 non certo per proprie colpe. Si trattò dell’anno dei tanti torti arbitrali subiti dalla compagine giallorossa, stranamente conseguenti alla battaglia per la presidenza della Lega calcio che vide il numero uno della Roma Franco Sensi uscire sconfitto all’ultimo istante contro l’ad del Milan Adriano Galliani. Dopo l’iniziale vantaggio capitolino siglato da Vincenzo Montella, salì in cattedra il signor Alfredo Trentalange, l’arbitro della sfida, che grazie a decisioni discutibili (eufemismo) contribuì in modo decisivo alla rimonta subita dalla squadra di Capello. Cristiano Doni e Paolo Tramezzani ribaltarono la situazione e condannarono la Roma a una bruciante sconfitta.
Il 26 febbraio del 2012, invece, i giallorossi non poterono accusare che se stessi per una prestazione realmente imbarazzante. La trasferta bergamasca di quella stagione era nata sotto una cattiva stella già prima del fischio d’inizio della partita, poiché l’allora coach della Roma Luis Enrique decise di escludere clamorosamente Daniele De Rossi dal match. Molte voci si susseguirono sulle motivazioni, fino a scoprire che il centrocampista di Ostia si era presentato in ritardo alla riunione tecnica immediatamente antecedente alla sfida. Un atteggiamento inaccettabile per l’ex esterno del Barcellona, che ebbe in seguito modo di affermare che “per diventare una grande squadra non basta comprare calciatori ma prima di tutto viene l’acquistare una mentalità da grande club“. La Roma, di fatto, non scese in campo, subendo un pesante ma giusto 4-1 da parte dell’Atalanta di mister Colantuono e del ‘tanque’ Denis, autore addirittura di una tripletta.
Il 17 aprile del 2016, invece, in una partita assolutamente folle, la Roma uscì indenne da Bergamo, raccogliendo un punto al termine di un pirotecnico 3-3. Alla fine di quella sfida, però, successe il finimondo in casa giallorossa. Luciano Spalletti era tornato nella Capitale da appena tre mesi ma la frattura con Francesco Totti appariva già insanabile: Bergamo fu soltanto l’ennesima tappa di tale stillicidio. Entrato a pochi minuti dal termine, il Capitano firmò la rete che regalò il pareggio alla Roma eppure Spalletti nella conferenza stampa post match non ebbe parole al miele per Totti, anzi. Emergerà successivamente che, nella nottata prima della sfida, l’allenatore toscano aveva sorpreso diversi calciatori, tra cui appunto Totti, a giocare a carte fino a tarda notte ed era andato su tutte le furie. La tensione nell’ambiente romanista raggiunse le stelle.
Infine, l’assurdo ko del 20 novembre del 2016. La stagione giallorossa era iniziata con lo shock dell’eliminazione nei preliminari di Champions League contro il Porto e i primi mesi furono tutt’altro che semplici. Ad ogni modo, la Roma di Spalletti si presentò a Bergamo in ottima forma e disputò un primo tempo di assoluta qualità: il meritato vantaggio arrivò al 40′ con Diego Perotti su calcio di rigore. Sembrava il viatico per un successo che sarebbe stato fondamentale tanto per la classifica quanto per il morale; come spesso accade a questa magnifica ma dannata squadra, però, nel secondo tempo si ‘spense la luce’ e gli orobici di Gasperini ribaltarono il risultato grazie ai gol di Caldara e Kessié (proprio a tempo scaduto, su calcio di rigore).