De Rossi: “Zalewski fuori scelta non mia. Dovbyk a Genova ci sarà”
De Rossi, alla vigilia di Genoa-Roma, ha parlato in conferenza stampa.
Di seguito le sue parole.
La scelta di Zalewski fuori rosa è definitiva? Lei ha dato l’ok e a cosa serve?
“Definitiva non lo so, non credo. È legato al suo contratto in scadenza. La decisione l’ha presa la società e io l’ho saputo qualche giorno fa. Di definitivo nel calcio non c’è niente, se troveranno un accordo per rinnovare il contratto verrà inserito di nuovo dentro. Mi sono sempre preso le mie responsabilità quando c’era da prendere una scelta tecnica o in merito alla condotta del giocatore. Questo è un discorso che va sopra di me e ne dovete parlare con Nicola o il suo agente e con la società. Essendo legato a un contratto in scadenza, se venisse rinnovato si tornerà alle origini. Credo questo ma fai la domanda alla persona sbagliata”.
Ha avuto modo in questi giorni a Trigoria di valutare le condizioni di Hermoso e Hummels?
“Ci danno delle possibilità in più, ci danno delle varianti, aumentano la nostra esperienza. Hanno giocato ad alti livelli, si sono presentati bene fisicamente, hanno giocato la Champions, questo fa la differenza. Ovviamente hanno bisogno di tempo per arrivare al 100%, si valuterà di partita in partita. Sono pronti per giocare, dal pimo minuto a gara in corso, vedremo, Dalla prossima si giocherà ogni tre giorni e avremo bisogno del minutaggio di tutti”.
Lei in passato ha giocato con il contratto in scadenza. Le sembra giusto quello che sta succedendo con Zalewski?
“Stai facendo la domanda alla persona sbagliata. A maggio, ho detto che poteva partire perché non era quello che volevo. Ultimamente, l’ho visto diverso, un giocatore pronto a prendersi la responsabilità. La decisione non è mia però, non mi devo esporre”.
Riguardo Dovbyk?
“Artem è pronto per giocare, giocherà, è importantissimo per noi, possiamo cercare di analizzare le nostre partite e la sua. Non dipende però da Dovbyk se non abbiamo fatto quello che dovevamo. Noi dobbiamo aiutarlo a essere meno attenzionato dai giocatori e quando si sarà sbloccato non si fermerà più”.
Con l’arrivo di Koné servirà ancora un regista davanti alla difesa o potrebbe giocare lui?
“Koné ha giocato sia da mezzala destra, sia sinistra, può fare anche il mediano. Un giocatore così libera gli altri con giocatori ancora più offensivi in mezzo al campo. Senza Koné comunqueabbiamo vinto tante partite, non scordiamolo. Paredes, Cristante e Pellegrini vengono rispettati meno di quanto dovrebbero in questa città. Koné l’ho fortemente voluto e sarà importantissimo per noi ma rispettiamo chi sta tirando la carretta qui da tanti anni. Facciamoli sentire amati i nostri giocatori, hanno sempre fatto il loro con gol, assist, chilometri. Bisognerebbe stampare le schermate dei gps per far vedere chi corre e chi no”.
Ha pensato a delle idee tattiche per permettere a Dovbyk di fare bene?
“Abbiamo provato con più forza qualcosa di provato anche prima. Non penso sia legato a Dovbyk, al modulo. Ci sono giocatori appena arrivati, che devono conoscersi. Sono cose che richiedono un po’ di tempo. Abbiamo lavorato molto dal punto di vista difensivo per avere compattezza. Dobbiamo essere pronti, anche quando perdiamo palla in costruzione, a essere più stretti, a essere un blocco. A volte segni poco anche perché prendi pali, è questione di centimetri e quando i centimetri gireranno dalla parte nostra avremo compattezza difensiva e gol. Su Dovbyk, dobbiamo riempire l’area con più giocatori, in modo da liberare anche l’ucraino. Ci arriveremo”.
Il Genoa nelle ultime tre partite seppur con poco possesso palla ha pareggiato contro l’Inter. Con il Monza, ha avuto più possesso e ha vinto. Andrete a Genova con l’opzione giocare 3-5-2 a specchio?
“Non sempre è un’opzione con una squadra più debole sulla carta. Giocando a specchio, è un braccio di ferro uomo contro uomo. Sul possesso palla, sappiamo che loro non sono ossessionati dal possesso palla, così come noi. Con l’Inter, il Genoa ha pareggiato all’ultimo secondo, i nerazzurri l’avevano quasi portata a casa. Se noi pensiamo di dover essere più pungenti in fase offensiva lo possiamo fare avendo di più palla, non meno. La verticalità è la cosa che chiediamo più spesso, cerchiamo di essere più verticali rispetto a prima. Non conta quanto possesso palla fai, ma cosa fai con la palla. Dominare il gioco non significa solo avere la palla, ma anche, per esempio, dominare il contropiede”.