Eusebio Di Francesco, ex giocatore della Roma prima ed allenatore poi, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del suo passato giallorosso:
Il centrocampo Strootman-Nainggolan-De Rossi? “Era un grande centrocampo, con grandi qualità tecniche e mentali. Ero un po’ pentito di aver accettato di mandare via Nainggolan e Strootman. Mi è dispiaciuto. Loro dal punto di vista emotivo, negli allenamenti, erano importanti. Interagivano con gli altri per fare quello che chiedevo. Ne ho sentito la mancanza l’anno dopo alla Roma. Specialmente per gli atteggiamenti”.
Roma-Barcellona? “Abbiamo trasmesso una gioia indescrivibile. Questa partita nasce da un percorso di tutta la stagione, senza tutto quel lavoro non sarebbe stato possibile. Peccato per la semifinale poi, per come abbiamo giocato il ritorno avremmo meritato qualcosa in più“.
Quanto ci vuole a una squadra per recepire il tuo stile di gioco? “Ogni gruppo è diverso. L’allenatore deve essere bravo a calarsi all’interno della realtà dove va. Per il mio calcio, ho bisogno di calciatori di qualità, ma a determinati livelli ci vuole anche tanta fisicità, soprattutto in Europa. Dipende, diciamo 2-3 mesi. A Sassuolo ci sono riuscito subito, a Roma ci ho messo di più, ma ce l’ho fatta“.
L’attaccante più forte con cui hai giocato e che hai allenato? “Con cui ho giocato dico Montella per la capacità realizzativa, Batistuta per la forza e la mentalità. Lui era venuto a Roma per vincere e trasmetteva questa cosa. Il giocatore più talentuoso ovviamente è Totti. Quello che ho allenato come talento globale dico Dzeko, ma quello che ho visto crescere è Domenico Berardi, che ha pure rifiutato di tornare da me“.