Edoardo Bove: “Rinnovo che significa tantissimo per me”
Edoardo Bove ha rinnovato il contratto sino al 2028.
Cosa significa per te questo rinnovo?
“Per me che sono cresciuto qui significa tantissimo, è il dodicesimo anno che sono qui. Ricordo benissimo quando sono entrato a Trigoria e a volte, raccontandolo, è un’emozione forte che ancora mi tocca. Aver rinnovato è un’emozione che mi darà grandissima fiducia anche per il futuro. Sono davvero contento”.
Vorresti ringraziare qualcuno in particolare?
“Sicuramente la società, che mi dà la possibilità di continuare questo percorso che dura da una vita e lo fa sempre nel modo migliore possibile. Mi dà tutto, è davvero una grandissima emozione. Sono qui da 12 anni, ma ogni anno che passa è sempre un percorso di crescita che continua”.
Quanto è cresciuto l’uomo e quanto il calciatore?
“L’uomo è cresciuto di pari passo al calciatore. Sono entrato che ero un bambino, ora sono un uomo e man mano che si va avanti si acquista consapevolezza e ci si rende conto di dove si è e di quanto si è fortunati ad essere qui. Allo stesso tempo è cresciuto tantissimo anche il calciatore grazie ai mezzi forniti dalla società e alle persone di grande spessore qui presenti. Sono cresciuto tantissimo sia dal punto di vista umano sia tecnico”.
In cosa pensi di dover migliorare?
“Tante cose. In campo le cose più tecniche, una delle mie grandi doti è la mentalità focalizzata sul lavoro quotidiano. Credendo molto nel lavoro, dal punto di vista mentale sono sulla giusta strada. Mi sto rendendo conto che sto intraprendendo la giusta strada, mi fa piacere che la società punti su di me e si renda conto che ci sia ampio margine di crescita e un futuro su cui lavorare insieme. Questa è la cosa più importante. Quando un percorso viene condiviso da giocatore e società la cosa che accade è continuare insieme perché si è entrambi felici”.
Che consiglio daresti ad un ragazzo che si sta approcciando al calcio professionistico?
“Darei dei consigli dal punto di vista mentale. Esistono tantissimi talenti nel calcio dal punto di vista tecnico e fisico, ma per diventare calciatore serve una mentalità che va costruita nel tempo e allenata. Crescendo mentalmente si cresce anche fisicamente e tecnicamente, ma poi serve anche per curare il percorso e vivere al meglio. I banali esempi del non uscire prima della partita, di mangiare sano non sono cose superflue, fanno parte di un tipo di mentalità che poi porta a svolgere questa professione. Il mio consiglio è di lavorare tanto sulla testa e di lavorare ogni giorni per migliorarsi. Nel calcio è un attimo sia nell’eccellere che nello sprofondare verso il basso”.
Quanto ti hanno aiutato Mourinho, Pinto e i tuoi compagni in questo processo di crescita?
“Il rinnovo è anche merito loro. La crescita si è vista grazie alle possibilità che mi sono state date e alle persone che hanno creduto in me. Anche io sono stato bravo a cogliere le occasioni e a non mollare, ma devo solo ringraziarli perché mi sono serviti tantissimo”.
Alle porte c’è un mese ricco di appuntamenti importanti.
“Mese molto importante per noi, ma come lo sono tutti. La nostra mentalità è quella di guardare partita dopo partita e quindi il focus è sempre lo stesso. Abbiamo la massima ambizione e voglia di portare a casa i tre punti”.
Prossimo obiettivo personale?
“Consolidare la mia crescita, mi sento in continua evoluzione ma c’è sempre da migliorare. Questo è un lavoro su me stesso che voglio fare. Per quanto riguarda la squadra spero di vincere il più possibile con la Roma, è quello che ho sempre sognato da bambino. Lavorerò anche per quello”.
Che sensazioni ti dà entrare allo Stadio Olimpico?
“Uniche e difficili da descrivere. Quest’anno passiamo sotto la Curva Sud, è un’entrata particolare ma ancora più bella, ti dà una carica da brividi”.
Come procede la carriera universitaria?
“Bene, sto continuando a studiare. Procede di pari passo con quella calcistica. A breve avrò un altro esame e anche lì devi stare sul pezzo sennò non ti lasciano scampo (ride, ndr). La carriera calcistica è quella principale, però sono davvero onorato di poter fare questo tipo di doppia carriera perché non è banale. La maggior parte delle volte lo sport viene visto come ostacolo della formazione completa di un atleta, ma secondo me non è così e credo che debbano essere perseguite entrambe le cose perché si può fare. Nel mio piccolo cerco di farlo”.
ASRoma