INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – Stephan El Shaarawy torna a prendersi la Roma. Contro il Torino il gol decisivo del 3-2, condito da giocate e lampi che hanno riportato alla mente il giocatore visto nella prima stagione. Dando un’occhiata ai numeri ci si rende conto di quanto fino ad ora El Shaarawy sia stato pericoloso. Ben 18 occasioni create ma poi pronto a regalare quella fase difensiva della quale la Roma non può fare a meno. In questa stagione sta ricalcando il suo arrivo nella Capitale, quando acquistato a gennaio, segnò 8 gol in 16 presenze. Otto reti è rimasta la soglia oltre la quale in Serie A non è mai riuscito ad andare in giallorosso: 8 centri (in 32 gare) anche nella stagione seguente e 7 su 33 l’anno passato. Sabato contro il Torino è stato fondamentale sia segnando il gol del 3-2 ma in precedenza procurandosi il rigore del 2-0. Non avrà il dribbling secco di Perotti, la rapidità di Kluivert o il tiro secco di Under ma rimane, per Di Francesco, l’attaccante più affidabile, quello più eclettico, lucido sotto porta, ala o seconda punta in appoggio a Dzeko a seconda delle esigenze. Considerando quanto sinora ha mostrato e l’età (26 anni) stona che nel nuovo ciclo azzurro targato Mancini (ma anche in precedenza con Di Biagio) sia rimasto a guardare. L’ultima presenza in Nazionale risale al 13 novembre del 2017, a quei disperati 28 minuti nei quali Ventura, buttandolo nella mischia, gli chiese il miracolo contro la Svezia. Poi, più nulla ma viste le prestazioni del ragazzo l’attuale CT Mancini non potrà far altro che, almeno, prenderlo in considerazione per i prossimi impegni. Una Roma con vista sempre più azzurra, infatti oltre al faraone, convincono ogni giornata di più, Nicolò Zaniolo, Lorenzo Pellegrini e Bryan Cristante che, assieme a Nicolò Barella del Cagliari, sembrano andarsi a proporre come la prossima spina dorsale del futuro calcistico del bel paese.