15 Feb 2020In Breaking News6 Minuti

Gasperini: “E’ una vittoria importante, ma ci sono 14 partite e sono tante”

Gasperini, tecnico della squadra bergamasca, ha parlato ai microfoni dei cronisti alla fine del match contro l‘Atalanta. Queste le sue parole.

GASPERINI A DAZN

Che cosa le è passato per la testa al momento del cambio di Pasalic?

“Noi abbiamo degli equilibri, possiamo cambiare spesso la partita. Oggi avevamo qualche difficoltà nel primo tempo ad essere più pericolosi, anche se abbiamo costruito parecchio. Con Gomez abbiamo la possibilità di utilizzarlo in mezzo al campo o più offensivo. Poi è chiaro che il gol dopo 19 secondi è casuale, ma l’importante era ritrovare equilibrio.”

Come si convice con questo entusiasmo?

“Non ci sono tanti esempi in Italia di questo entusiasmo. Sarà così anche a San Siro, è una città che si sposta, l’entusiasmo di oggi, nonostante lo svantaggio, dà una spinta a tutti quanti. In questo ambiente hai una benzina superiore da spendere.”

Avete messo la bandierina sul 4° posto?

“E’ una vittoria importante, ma ci sono 14 partite e sono tante. Noi abbiamo acquisito convinzione che possiamo farcela, che dipenderà da noi. C’è la Roma, non è un vantaggio definitivo perché è una squadra forte, ci sono anche altre squadre. C’è la convinzione che possiamo arrivare davanti alla Roma.”

 

GASPERINI A SKY

“Devo dire che non siamo nel momento migliore è una partita che aspettiamo da mesi. Mercoledì con coì tanta gente, oggi venduti oltre 40000 mila biglietti a San Siro. Bell’appuntamento che aspettiamo da tempo”.

Ci arrivate con una prestazione che ha impressionato stasera. Soprattutto con il crescendo del secondo tempo, concedendo un solo tiro nella porta. Dominando nel volume complessivo di gioco.

“Credo che la partita l’abbiamo meritata e giocata meglio. Anche nel primo tempo non avevamo fatto male. La Roma ha un tasso tecnico elevato però è andata bene. Nel secondo tempo abbiamo alzato la velocità, abbiamo sbagliato meno. Eravamo un po’ più lenti, più errori tecnici nel primo. Secondo tempo ottimo.”

Duvan Zapata in difficoltà. L’infortunio però l’ha smaltito.

“E’ stato fermo a lungo. Tre mesi per un giocatore è una bella cifra. Alterna momenti buoni a momenti di difficoltà. Smalling oggi lo copriva e ha fatto bene su di lui. L’inglese ha fatto anche un recupero nel primo tempo, è fortissimo di testa e un difensore di livello. Già nell’intervallo pensavo di portare il Papu lì per tirarlo fuori e dare una possibilità a Pasalic o Malinovskyi di entrare. Con Zapata non eravamo pericolosi.”

Più soddisfatto di aver portato l’Atalanta a questo livello senza i gol di Zapata e Gomez o di spostare la città a Milano per la Champios mercoledì? Più gioia tecnica o del sogno?

“Tutte e due. Sono cose inseparabili. Portare gente a San Siro è un avvenimento incredibile. Segnare così tanto e con così tanti giocatori è frutto di allenamento, lavoro, partite e applicazione. Ci dicono di essere una squadra fisica ma siamo anche tecnici.”

C’è una caratteristica particolare. Grandi rimonte e paradossalmente quando andate in vantaggio è peggio. E’ un caso o è un discorso sul quale si deve lavorare?

“I numeri dicono questo. Abbiamo subito la rimonta in casa con la Spal e col Genoa, poi è difficile capire se è stata questione tecnica o mentale. Pensavamo fosse mentale, pensando che a partita sbloccata fosse più facile. E’ indubbio che quando sei sotto la squadra dà il meglio. Toglie freni inibitori e gioca il calcio più offensivo possibile.”

Qual’è la vera forza della tua squadra?

“Difficile dire una cosa. Sono una serie di componenti che permettono a questa squadra di avere un sogno. Tre anni e mezzo fa abbiamo fatto 72 punti, non siamo andati in Champions perché quell’anno ne andavano solo tre. Se devo dire una cosa, sono due anni che giochiamo con la stessa squadra: quest’anno abbiamo perso solo Mancini ma il nucleo della squadra è stato questo. Sono tante componenti: l’ambiente anche, in Italia ci sono poche piazze così.E l’organizzazione della società.”

Ha preferito l’Atalanta alla Roma e i risultati le hanno dato ragione. 

“Io a Bergamo sto bene, in piazze come Roma devi giocare un anno per la Champions e quello dopo per lo scudetto, altrimenti sei fuori.”