INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – L’attaccante Massimo Marazzina giunge nella Capitale in prestito per sei mesi, a partire da gennaio del 2003, non riuscendo però mai a essere decisivo. In sua difesa, si può affermare, però, che l’ex centravanti del ‘Chievo dei miracoli’ abbia avuto veramente poche partite per mettersi in mostra.
Marazzina nasce a Lodi il 16 luglio del 1974, crescendo nel vivaio della squadra della sua città, il Fanfulla, prima di essere notato dagli osservatori dell’Inter ed essere portato in nerazzurro, dove debutta nella massima serie nel corso della stagione ’93-94. Tre sole presenze, prima di girovagare per l’Italia nelle serie inferiori per tanto tempo.
Dal ’94 al 96 gioca nel Foggia, mettendo a segno le sue prime 5 reti da professionista nelle 38 partite giocate. Arriva poi il Chievo Verona, l’esperienza più importante dell’intera carriera di Marazzina. In tutto, nella città di“Romeo e Giulietta”, Marazzina gioca sei stagioni, tra il ’96 e il 2003, eccezion fatta per l’anno in cui veste la maglia amaranto della Reggina, campionato 2000/2001, giocando per la prima volta con continuità nella massima serie.
Durante la prima esperienza veronese, l’attaccante di Lodi colleziona 119 presenze con 29 gol all’attivo. A Reggio Calabria scende, invece, in campo 29 volte mettendo a segno cinque reti. Tornato al Chievo, Marazzina diviene parte integrante del cosiddetto “Chievo dei miracoli” di Gigi Del Neri che, alla prima apparizione in serie A, stupisce tutti con un calcio spettacolare e un ottimo quinto posto finale. Marazzina giostra da seconda punta accanto all’ariete Bernardo Corradi, svolgendo un grande lavoro anche in fase di ripiego. Nell’anno e mezzo giocato con il Chievo in Serie A, Marazzina colleziona 60 partite e 18 gol.
Durante il mercato invernale del gennaio del 2003 per Marazzina arriva la grande occasione: la chiamata della Roma di Fabio Capello.
Franco Sensi ha appena ceduto un Gabriel Omar Batistuta sul viale del tramonto, affermando di aver lasciato all’Inter di Moratti una vera e propria “sòla” e i giallorossi si mobilitano per trovare un sostituto all’altezza. Il mercato di gennaio non offre grandi occasioni, soprattutto se pensiamo che il nuovo arrivato avrebbe dovuto rimpiazzare uno dei più grandi centravanti della storia del calcio, seppur ormai a fine carriera, come il “Re Leone”. Alla fine la spunta Massimo Marazzina, un nome tutt’altro che altisonante e che non fa decisamente infiammare i tifosi giallorossi, ancora tristi per l’addio del capocannoniere dell’ultimo tricolore romanista.
Marazzina si presenta nella Capitale con qualche problema fisico ereditato dall’ultimo mese veronese. Su alcuni quotidiani dell’epoca si legge addirittura di un Capello entusiasta per l’arrivo dell’attaccante di Lodi. In realtà, sembra difficile immaginare un tecnico di Pieris festante, con champagne al seguito, per l’arrivo di quello che era comunque un buon attaccante ma non certo una punta in grado di fare la differenza. Marazzina arriva a Roma a pochi minuti dalla chiusura ufficiale del mercato di gennaio, dopo aver temuto anche che la trattativa potesse saltare, dicendosi ovviamente carico e al settimo cielo per l’opportunità capitatagli.
L’attaccante afferma di essere molto felice anche perché la sua compagna è romana e quindi sarebbe stato il sogno di entrambi potersi fermare a lungo all’ombra del Colosseo. La sua, invece, risulta essere una vera toccata e fuga.
Debutta in maglia giallorossa il 9 febbraio del 2003, entrando nel secondo tempo, al posto di Vincenzo Montella, in un Modena-Roma terminato 1-1. Marazzina fa tanto movimento ma senza rendersi mai pericoloso. Alla fine è il gigantesco difensore greco Traianos Dellas a fare il mestiere di Marazzina, pareggiando i conti allo scadere, nell’insolita posizione di centravanti boa. La settimana successiva, per l’ex Chievo arriva la grande chance da titolare nel non proibitivo impegno interno della Roma contro il Brescia. Marazzina, seppur inserito in una delle annate peggiori della Roma di Capello, buca anche questa volta, sostituito al 62’ da Montella. Il tecnico romanista prova a lanciarlo titolare per la seconda volta consecutiva in campionato, in unUdinese-Roma terminato 2-1 per i bianconeri, ma Marazzina viene richiamato in panchina dopo soli 45’. Capello capisce, quindi, che probabilmente non è la cosa migliore puntare tutto sull’attaccante lombardo quando in attacco dispone già di Montella e Cassano, oltre che del solito capitano Francesco Totti; per Marazzina si spalancano così le porte di panchina e tribuna. Alla fine, in giallorosso raccoglie solo 7 presenze in campionato senza mai andare in rete.
Il compito di sostituire uno come Batistuta non sarebbe stato semplice per nessuno, tuttavia Marazzina, arrivato nella Capitale anche non a posto fisicamente da Verona, dimostrò di non riuscire minimamente ad avvicinarsi all’essere un cecchino infallibile. Peccato, anche se si capì fin da subito che il suo acquisto era avvenuto per mettere una vera e propria “pezza” su quanto non era stato fatto in sede di mercato durante l’estate precedente.